Kipo e l’era delle creature straordinarie

In questa lunga quarantena da Covid-19 tutti noi abbiamo apprezzato, come medicamento consolatorio da pandemia, il miracoloso farmaco composto da divano + plaid + serie tv. In questa ingorda ricerca di nuovi format da visionare, in mezzo a tante schifezze, a tanti plagi (in cui si possono annoverare anche remake e reboot) e a “inconsueti adattamenti italiani” finalmente abbiamo trovato il titolo che ci ha fatto sognare. Stiamo parlando di “Kipo e l’era delle creature straordinarie” (Kipo, and the Age of Wonderbeasts), una serie della DreamWorks Animation Television creata da Radford Sechrist, adattata dal suo webcomic del 2015 “Kipo” . La serie è prodotta dalla società americana  e animata dallo studio sudcoreano Mir. La sua prima stagione di dieci episodi è stata pubblicata su Netflix il 14 gennaio 2020.

Kipo e l’era delle creature straordinarie, annunciata all’Annecy International Animated Film Festival nel giugno 2019 ha cinque sceneggiatori oltre allo showrunner Radford Sechrist (Dragon Trainer 2) e al produttore esecutivo Bill Wolkoff (The Man Who Fell To Earth). Gli sceneggiatori sono stati lo oltre a Sechrist eWolkoff anche Joanna Lewis e Kristine Songco (My Little Pony: Friendship is Magic); la serie ha la  direzione artistica di Angela Sung (The Legend of Korra). Da prendere in enorme considerazione è la splendida colonna sonora del supervisore musicale Kier Lehman (Spider-Man: Into the Spider-Verse, Insecure) e del compositore Daniel Rojas (Downsizing). Il primo album della colonna sonora, Kipo and the Age of Wonderbeasts: Season 1 Mixtape, è stato pubblicato nel gennaio 2020 da Back Lot Music.

In questo iperabusato mondo dell’animazione moderno, in cui i grandi provider di contenuti digitali in streaming sono alla costante ricerca di contenuti da proporre (anche a scapito della qualità),  è relativamente raro che arrivi qualcosa di nuovo e fresco che abbia davvero il potere di farti sedere sul divano e di dsestare attenzione. Kipo è una rarità. La serie segue le vicende di una ragazza di nome Kipo che è costretta al lasciare il sua Colonia umana “Sottorennae” per vivere un’avventura sulla superficie alla ricerca del padre (e di se stessa) di una distopica e coloratissima Terra post-apocalittica. Timida e impacciata, Kipo si unisce a un gruppo di bambini sopravvissuti e strampalati mutanti mentre in un viaggio attraverso un moderno “paese delle meraviglie” dove tutto ciò che è letale e anche estremamente adorabile.

Ci sono state altre serie con queste tematiche di “viaggio inaspettato” sia al cinema che in tv ma in questa favola post-moderna c’è qualcosa di più, che ti colpisce negli occhi, alle orecchie e al cuore! La serie esplode assolutamente sullo schermo con colori e ambientazioni strane ma familiari e una scala dimensionale inedita super divertente che accende la miccia dell’immaginazione. Locazioni perfettamente evocate da un sound design e da una colonna sonora avvolgente che segue perfettamente le distopiche situazioni narrative ma con la leggerezza dello stile. Il mondo di Kipo è vivo, vibrante; è solo diverso e pericoloso, perché ambientato nel 2220, 200 anni dopo un’epidemia gloale che ha quasi estinto l’uomo (dove l’abbiamo già sentita, ah si, nelle nostre case!) e che ha causato repentine mutazioni genetiche a tutti animali evolvendoli in specie antropomorfe tra il demenziali e l’estremamente pericoloso. Ciò significa che mentre gli esseri umani sono rimasti più o meno gli stessi, le piante e gli animali (e persino le creature microscopiche come zecche e gli ormai onnipresenti plantigradi) hanno compiuto un balzo in avanti: gli umani non sono più al vertice della catena alimentare e, probabilmente, neanche al vertice della catena intellettuale. Ciò rende le cose doppiamente difficili per la giovane Kipo e i suoi nuovi alleati Lupetta (una guerriera della Superficie cresciuta da un branco di lupi), il giovane Benson (un’entusiasta ragazzo gay sopravvissuto in superficie), il mutante Dave (un insetto in un continuo ciclo di crescita, morte e rigenerazione) e Mandu (un adorabile maiale mutante con quattro occhi e sei zampe adottato da Kipo) mentre si fanno strada attraverso il pericoloso mondo di superficie nella speranza di trovare il papà della protagonista (Lio Oak, scienziato e insegnante della loro comunità sotterranea). Un gruppo eterogeneo in costante contrasto tra tattiche di guerilla (di Lupetta) e di positiva diplomazia e amicizia (di Kipo): ogni personaggio, in questo viaggio, troverà se stesso in una condivisione di obiettivi che spingerà ognuno di loro a trovare un “giusto compromesso” per sopravvivere!

Le avventure di Kipo & Co. sono progettate geneticamente per il binge-watching, e pur apparendo come espressione di una serie infantile, racchiudono all’interno tematiche forti (l’accettarsi e il farsi accettare; il bullismo, la corruzione, gli errori della società che la porteranno all’estenzioni, la morte e la rinascita) e spunti narrativi moderni trattati sempre con la leggerezza tipica della serie eppur non in maniera scontata anche nel caso della “definizione di genere” (non facciamo spoiler ma come già in She-ra e nel Principe dei Draghi, la determinazione dell’omossessualità è narrata nella maniera più semplice di tutte: “la normalità” … ed è una cosa bella e affascinante se pur così semplice!!). C’è molto da amare in Kipo

Non vediamo l’ora di tuffarci nella seconda stagione in attesa di scoprire come andranno a finire i fantastici (e improbabili) rapporti instaurati nella prima stagione con la conapevolezza che gli autori di porteranno nuovamente attraverso “colpi di scena” inaspettati, colorati e potenzialmente devastanti con lo stile colorato e scanzonato che abbiamo amato tantissimo.  Intanto continuiamo a viaggiare tra animali “troppo cresciuti” e mandrilli assassini con la splendida colonna sonora.

 

 

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