Nel cuore degli anni ’70, una pellicola d’animazione audace e psichedelica ridefinì i confini dell’animazione giapponese. Kanashimi no Belladonna (noto come Belladonna of Sadness in Occidente), uscì nel 1973, rappresentando un’eresia cinematografica che ha continuato a far parlare di sé per oltre cinquant’anni. Questo film, prodotto dalla Mushi Production sotto la guida di Eiichi Yamamoto, non solo ha sollevato il sipario su un nuovo filone di anime adulti, ma ha anche consolidato il suo posto come un capolavoro rivoluzionario del cinema d’animazione, capace di mescolare erotismo, surrealismo e un’estetica visiva unica.
Belladonna of Sadness si inserisce nel filone Animerama, creato dalla Mushi Production di Osamu Tezuka, il genio dietro Astro Boy e fondatore di una delle case di produzione più influenti nel mondo degli anime. Osamu Tezuka, che viene spesso definito il “Leonardo da Vinci” della cultura pop, aveva già dato vita a film rivoluzionari come Le mille e una notte e Cleopatra, ma Belladonna segnò il punto più alto di questa serie. Tezuka lasciò il progetto durante le fasi iniziali per concentrarsi sul suo manga, ma il suo spirito innovativo permeò comunque l’intero progetto, anche se il suo nome non compare nei crediti.
La trama di Belladonna of Sadness è ispirata al saggio La Sorcière di Jules Michelet, un’opera che esplora il tema della stregoneria. Il film racconta la tragica e complessa storia di Jeanne, una giovane donna che vive nel Medioevo francese con suo marito Jean. Tuttavia, il loro matrimonio idilliaco si trasforma rapidamente in un incubo quando Jeanne viene vittima di uno stupro durante la sua prima notte di nozze, perpetrato dal barone locale. Questo evento traumatico segna l’inizio della sua discesa nell’oscurità, dove visioni spettrali, simbolismi fallici e spiriti malefici la spingono a cercare vendetta e potere.
Il film non si limita a raccontare una storia di vendetta e sofferenza, ma costruisce un universo surreale, con immagini che evocano l’arte simbolista e l’Art Nouveau. La protagonista si allea con il diavolo e ottiene poteri soprannaturali, per poi sfidare l’autorità del barone e l’intero villaggio. La sua ascesa al potere culmina in una rivolta, ma il suo destino tragico la conduce al rogo, un simbolo della lotta tra il bene e il male che attraversa il film in maniera disturbante e provocatoria.
Una delle caratteristiche più sorprendenti di Belladonna of Sadness è la sua estetica psichedelica, che si distingue per l’uso di colori vivaci, sequenze visive allucinanti e uno stile d’animazione minimalista, che riflette la limitatezza del budget. Le immagini, disegnate dall’illustratore Kuni Fukai, sono impregnate di influenze artistiche che richiamano i grandi maestri come Gustav Klimt, Egon Schiele e Odilon Redon, con riferimenti alla bellezza decadente e al simbolismo erotico. Questi tratti visivi sono accompagnati da una colonna sonora jazz che amplifica l’effetto psichedelico, trasportando lo spettatore in un viaggio sensoriale che sfida le convenzioni del cinema d’animazione tradizionale.
Belladonna of Sadness non è semplicemente un film erotico; è un’esplorazione delle emozioni più intime, dei desideri repressi e delle sfide dell’animo umano. Pur trattando temi come il femminismo, la liberazione sessuale e la vendetta, la pellicola rifiuta di dipingere Jeanne come una figura di facile identificazione. La sua storia è un viaggio doloroso e travagliato, dove il potere acquisito attraverso la magia e l’alleanza con il diavolo non porta mai alla felicità. La riflessione sulla sofferenza e sul dolore del corpo e dello spirito è centrale nel film, che si sforza di andare oltre la semplice provocazione per affrontare temi universali e complessi.
Purtroppo, Belladonna of Sadness non ebbe un grande successo commerciale al momento della sua uscita, contribuendo al fallimento della Mushi Production, ma il suo impatto culturale è stato devastante. Il film ha continuato a influenzare il mondo del cinema e dell’animazione, ispirando registi e artisti in tutto il mondo. Nel corso degli anni, Belladonna of Sadness è stato riscoperto e celebrato, diventando un classico cult. Nel 2016, una versione restaurata in 4K è stata distribuita nelle sale, permettendo alle nuove generazioni di esplorare questa straordinaria opera d’arte visiva. Belladonna of Sadness non è solo un film d’animazione psichedelico; è un’opera che ha spinto i limiti dell’animazione giapponese, rompendo tabù e aprendo la strada a nuove possibilità per il cinema d’animazione. Con la sua estetica visionaria, la trama audace e la riflessione sulle tematiche universali del dolore, del potere e della sofferenza, è una pellicola che ha saputo sopravvivere al passare dei decenni, conquistando una posizione unica nella storia del cinema d’animazione. Cinquant’anni dopo la sua uscita, Belladonna of Sadness resta un esempio di come l’arte e il cinema possano andare oltre la superficie per esplorare le profondità più oscure dell’animo umano.
Aggiungi commento