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JCulture: la colonizzazione della pop culture nipponica

Giappone, una nazione così lontana dalla nostra Penisola eppure così vicina alla nostra cultura giovanile. Un’invasione culturale, semiotica e mediale che ha condizionato da più di venti anni le nuove generazioni Italiane tramite uno strumento alquanto particolare: il “Cartone Animato Giapponese”.
Questi Cartoon, o Anime, dalla fine degli anni 70 sono entrati prepotentemente negli occhi e nelle menti dei giovani italiani fondando quella che si può definire “Goldrake Generation”. Un assorbimento culturale massiccio da parte dell’Occidente ma distorto perché privo del substrato culturale a cui quelli stessi prodotti mediatici sono riferiti.

 L’invasione della JCulture è cresciuta con il numero di prodotti tv giapponesi che arrivavano nel nostro paese, fino al definitivo stanziamento ad opera della Play Station, mitica consolle di videogiochi della Sony, negli anni ’90. Anime e Videogiochi ,insieme, hanno consolidato negli ultimi 5 anni la loro presenza nelle abitudini mediali dei giovani Italiani, colpendo un target relativamente ampio di persone, dai pre adolescenti fino a professionisti trentenni cresciuti “a pane e Mazinga”.

Si sono diffusi dunque i Manga, i fumetti tradizionali dai quali gli stessi anime sono tratti, con milioni di lettori e migliaia di esercizi commerciali dedicati. Parimenti in maniera veloce e massiccia sono arrivati i prodotti di Merchandasing, che partendo dalle classiche Action Figure hanno finito per coprire tutte le fasce di mercato, dalle borse ai profumi, dagli oggetti di uso comune alle automobili.

Invasione nipponica in vasta scala che ha creato anche in Italia il popolo degli Otaku, gli appassionati del fumetto e dell’animazione giapponese, primo acquirente dei prodotti importati e frequentatore abituale di quelle manifestazioni, festival e fiere dedicate proprio a questo argomento.

Satyrnet

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C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che come noi vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare.

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