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Io sono Shingo: Un grande capolavoro del maestro Kazuo Umezz

È possibile per un robot sviluppare una sorta di autocoscienza e, addirittura, provare sentimenti verso gli umani? Nella vita reale probabilmente no – o perlomeno non ancora – ma per il grande maestro del brivido Kazuo Umezz tutto è possibile, anche nel caso in cui il robot in questione sia un “semplice” macchinario manifatturiero dotato di una AI molto rudimentale.

Io sono Shingo  (Watashi wa Shingo) è un’opera eccezionalmente profonda, intensa e caratterizzata da una forte visionarietà grafica che ha vinto l’illustre premio al patrimonio assegnato dal Festival international de la bande dessinée d’Angoulême, diventando a tutti gli effetti patrimonio mondiale del fumetto.

Siamo in Giappone nei primi anni ‘80. Un giorno il padre di Satoru torna a casa con una notizia incredibile: nella fabbrica in cui lavora come operaio installeranno un “robot”! Satoru, vivace e curioso com’è, non sta più nella pelle… deve assolutamente vedere quella macchina di ultima generazione. L’opportunità arriverà, di lì a poco, grazie a una visita guidata con la sua scuola elementare, durante la quale si imbatte in Marin, sua coetanea, di cui si innamora. I due, una sera, si rincontrano ed entrano di nascosto nella fabbrica, dove iniziano a giocare con il robot, sempre più sbalorditi e affascinati dalla quantità di informazioni che la macchina può apprendere e ricordare. Satoru e Marin cominciano così a prendersene cura quasi ne fossero i genitori, accompagnandone la “crescita” passo passo, mentre in questa, grazie all’interazione con i sentimenti puri e ingenui dell’infanzia, comincia a sorgere una sorta di rudimentale autocoscienza… Inizia così il lungo e complicato cammino di un robot verso l’umanità, in un mondo che di umano ha sempre meno.

Umezz (all’anagrafe Kazuo Umezu) nasce a Koya, nella prefettura di Wakayama, il 3 settembre 1936. Ancora studente, debutta come fumettista nel 1955 con il manga Mori no Kyodai. Nel 1962 si trasferisce a Tokyo e si specializza nel genere horror, realizzando opere di notevole successo come Hebi Shojo (1966), Cat Eyed Boy (1967) e Orochi (1969). La consacrazione ad autentica icona del genere arriva grazie all’inquietante Senrei (1974) e al terrificante Aula alla deriva (1975), con cui ottiene il primo posto al 20° “Shogakukan Manga Award”. Troppo eclettico per limitare la sua creatività al solo genere horror, Umezz riesce a raggiungere un notevole successo anche cimentandosi in altri generi, come nel caso della commedia Makoto-chan (1976) o della parabola drammatico fantascientifica Io sono Shingo (1982), che gli vale il prestigioso “Premio al Patrimonio” al Festival di Angoulême 2018. Oltre che fumettista, Umezz è anche cantautore, attore, personaggio televisivo e, dal 2014, regista.

Enrico Ruocco

Enrico Ruocco

Figlio della GOLDRAKE generation, l’amore che avevo da bambino per il fumetto è stato prima stritolato dall’invasione degli ANIME, poi dall’avvento dei Blockbuster e annientato completamente dai giochi prima per PC e poi per CONSOLE.
In seguito con l’arrivo del nuovo millennio, il tanto temuto millennium bug , ha fatto riaffiorare in me una passione sopita soprattutto grazie ad INTERNET.
Era il 2000 quando finalmente in Italia internet diventava sempre più commerciale, ed io decisi di iniziare la mia avventura sul web creando il mio sito TUTTOCARTONI. Sito nato da una piccola ricerca fatta fra quello che “tirava” sul web e le mie passioni. Sappiamo bene cosa tira di più sul web … sinceramente non lo ritenni adatto a me, poi c’era lo sport, altra mia passione ma campo altamente minato. Infine c’erano i cartoon e i fumetti…beh qua mi sentivo preparato e soprattutto pensavo di trovare un mondo PACIFICO…
Man mano che passava il tempo l’interesse si spostava sempre più verso il fumetto, ed oggi, nel 2017, guardandomi indietro e senza vantarmi troppo posso considerarmi un blogger affermato e conosciuto, uno dei padri degli eventi salernitani dedicati al mondo del fumetto ma soprattutto lettore di COMICS di ogni genere.

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