Intervista a Vincenzo Odore: Gotico italiano e tanto altro

E’ uscito il Primo numero di  Gotico italiano. Nel volume troverai il graphic novel Il vizio di uccidere la storia è di Salvatore Napoli,  con i disegni di Vincenzo Odore

Ciao Vincenzo ci puoi dire come nasce il tuo coinvolgimento nel progetto Gotico italiano

Ho Conosciuto Simone Colaiacomo e la Horti di Giano  rispondendo ad un annuncio su Facebook, su una pagina dedicata a disegnatori ed autori di fumetto, per la ricerca di disegnatori per l’avvio di un nuovo progetto. Questa dinamica di reclutamento è consueta già da un po’ di tempo e, ancor di più ora, che ci troviamo in una situazione di confinamento. Il mondo della rete e, in particolare dei social, facilitano enormemente i contatti tra autori ed editori, soprattutto esordienti. Cosa impensabile in passato quando il modo privilegiato era quello di recarsi a fiere ed eventi dedicati o inviare materiale nelle sedi delle case editrici con la speranza di una valutazione. Tutto questo per dire che oggi, chi si approccia a questo ambiente o a tutti quelli correlati, difficilmente può esimersi dall’essere presente su piattaforme e dall’essere social. Dopo poco che inviai il mio portfolio fui contattato da Simone che mi raccontò del progetto e ne fui subito incuriosito. Sono sempre stato un amante dell’Horror e mi piaceva l’idea di un prodotto ambientato in Italia, che trattasse in particolar modo dei tanti borghi colmi di leggende e storie nascoste.

Ci racconti come ti sei approcciato alla realizzazione del fumetto e raccontaci qualche aneddoto simpatico che ti ha visto protagonista durante la lavorazione.

La sceneggiatura fornitami, ad opera di Salvatore Napoli, era molto dettagliata. Questo, per un disegnatore, può essere sia un vantaggio che uno svantaggio, è un fattore molto soggettivo. Per quel che mi riguarda non mi dispiace avere molte descrizioni e dettagli in quanto si evitano troppe correzioni in fase di lavorazione. Devo comunque dire che Salvatore si è dimostrato molto flessibile nei casi in cui io abbia avuto l’esigenza di apportare qualche modifica e si è mostrato molto flessibile. Come dicevo, avere una sceneggiatura tanto particolareggiata costringe un disegnatore a raccogliere molti riferimenti; nel caso specifico è stato come fare un viaggio virtuale tra i tanti borghi italiani. Ad esempio ho scelto  Matera o altri piccoli paeselli arroccati della Basilicata in onore proprio di Salvatore che è natio proprio di quelle terre, oppure la stupenda abbazia di Fossanova a Piverno in provincia di Latina. E’ stato divertente questa fase di ricerca soprattutto considerando il fatto che venivamo da un periodo di lockdown in cui viaggiare era diventato complicato. Ho scoperto luoghi nascosti più che degni di una visita una volta liberi dalle restrizioni che ci sta imponendo questo particolare periodo.

Cosa ci puoi raccontare su Il vizio di uccidere

Il vizio di uccidere è quella che si può definire la tipica leggenda di paese, una di quelle storie tramandata di padre in figlio e che affonda le sue radici lontano nella storia di un luogo. Uno di quei racconti  tramandati oralmente, che lascia traccia nei ricordi e che, col tempo, vengono modificati o arricchiti dai narratori fino a quando non si distingue la leggenda dalla realtà. Rimanda a ricordi del passato e un po’ nostalgici quando, allla tv o ai social,  si preferiva una favola davanti al camino.

Vincenzo ci racconti quando è nata la tua passione per il fumetto

Ho sempre amato disegnare, l’ho sempre fatto sin da quando ne ho memoria e credo che continuerei a farlo anche se non fosse per lavoro. La passione per il fumetto è nata all’incirca all’età di dodici anni quando un amico di famiglia mi regalò il mio primo fumetto. Era il Dylan Dog n 76 e l’amico di famiglia era il papà di Luigi Siniscalchi, ill disegnatore che aveva realizzato l’albo. Da allora ho iniziato a leggerne una marea; andavovo in edicola ogni settimana.  Ovviamente non mi piaceva solo leggerli ma era soprattutto l’occasione per studiare il linguaggio del fumetto.

Quali studi hai fatto per intraprendere la carriera da fumettista

Ho frequentato il Liceo Artistico A. Sabatini di Salerno, una scuola che se fatta bene da ottime basi di disegno. Me la cavavo bene anche col disegno geometrico ed architettonico così, su suggerimento della mia insegnante mi iscrissi alla facoltà di Architettura, laureandomi nel 2008. Durante gli anni dell’università ho frequentato la scuola italiana di Comix a Napoli dove ho potuto affinare la tecnica. Il tutto condito da una buona dose da autodidatta e da tante ore al tavolo da disegno.

Quali sono i tuoi fumetti preferiti

Ho gusti molto variegati, leggo davvero un po’ di tutto. Posso dire però che negli anni la mia attenzione si è spostata dai fumetti seriali da edicola ai prodotti da fumetteria cartonati. Nonostante io abbia una passione per il genere horror negli ultimi anni sono di altro genere le storie che ho apprezzato davvero tanto come Gea di Luca Enoch oppure Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples.

Ti salutiamo chiedendoti dei tuoi progetti artistici futuri

Al momento sto realizzando un altro numero di Gotico Italiano per Horti di Giano in uscita ad ottobre. In oltre sto provando a portare avanti un mio progetto personale e contemporaneamente ho iniziato a collaborare con uno studio che si occupa di videogame come Character design. In ultimo (come se non fosse già abbastanza) sto risistemando alcun lavori per il mio portfolio che presto metterò on line

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