Due adolescenti su tre hanno già sperimentato Chat GPT e altre IA, ma solo una minoranza sa come funzionano. La scuola può fare la differenza?
AI: il nuovo compagno di banco?
Carta, penna e… Chat GPT: l’intelligenza artificiale è sempre più presente sui banchi di scuola. Oltre il 60% degli studenti italiani ammette di usare app basate sull’intelligenza artificiale “generativa”, in grado di creare contenuti di ogni tipo (scritti, immagini, audio) a partire da semplici input.
Dall-e, Midjourney, Stable Diffusion, Make-A-Video: nomi che le nuove generazioni conoscono bene, usando queste tecnologie per velocizzare compiti, ricerche e testi, o per creare contenuti virali per i social.
Ma solo il 35% degli studenti sa davvero come funzionano queste tecnologie. Eppure, il 97% ne ha almeno sentito parlare.
L’intelligenza artificiale: opportunità e rischi
L’uso consapevole dell’IA sarà una competenza chiave del futuro, ma apre anche a nuovi rischi. Gli algoritmi sono imperfetti e possono generare contenuti poco accurati o addirittura falsi.
Solo il 27% dei ragazzi sa come funziona il “deep learning” generativo, la tecnologia alla base di queste IA.
I social network e l’influenza dell’AI
L’intelligenza artificiale è presente anche nei social network, dove influenza il tempo che gli utenti vi trascorrono (82% degli intervistati) e i contenuti che vedono.
Il 66% dei ragazzi pensa di poter controllare gli algoritmi, ma in realtà è difficile sfuggire al loro potere.
La scuola come strumento di consapevolezza
La scuola può giocare un ruolo fondamentale nel colmare il vuoto di conoscenza sull’IA.
Il 75% degli studenti ha appreso nozioni di sicurezza online dai propri insegnanti.
L’intelligenza artificiale dovrebbe essere inserita nei programmi scolastici per educare i ragazzi a un uso consapevole di queste tecnologie.
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