“Il Signore delle Formiche” racconta la storia del drammaturgo e poeta Aldo Braibanti che fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, per aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”.
Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.
Dopo l’ottima accoglienza alla Mostra di Venezia, il film di Gianni Amelio si impone al box office. È un segnale molto positivo per tutto il cinema italiano ad inizio di una stagione nuova che segue un periodo difficile: il pubblico torna nelle sale.