Il Rosso e il Nero: The Italian Civil War è un’opera che, purtroppo, non riesce a realizzare appieno le ambizioni che si prefiggeva. La produzione dei BlackSheep Studios, sebbene dotata di una premessa storica coraggiosa e di un tentativo di esplorare un periodo cruciale della storia italiana, si scontra con numerosi limiti tecnici che ne inficiano pesantemente il potenziale. Tuttavia, al di là delle evidenti carenze, il gioco lascia spazio a una riflessione sul valore di un titolo che, pur non riuscendo a brillare, riesce comunque a evocare emozioni contrastanti e un’interessante discussione sulle scelte stilistiche e narrative.
L’Ambientazione Storica: Una Rappresentazione Controversialmente Semplificata
Il cuore pulsante di Il Rosso e il Nero è la sua ambientazione: l’Italia devastata dalla guerra civile tra il 1943 e il 1946, un conflitto che ha segnato in modo indelebile la storia del paese. I BlackSheep Studios hanno scelto di concentrarsi sulla contrapposizione tra l’esercito fascista e le forze della resistenza, in particolare quella comunista. Qui, purtroppo, si inizia a intravedere il primo difetto della produzione: la narrazione storica è ridotta a uno scontro tra due entità ideologiche e politiche, senza approfondire i contesti specifici e le motivazioni ideologiche che hanno animato la Resistenza e il fascismo.
La scelta di trattare la guerra civile italiana in modo tanto semplificato e “neutralizzato” è stata ampiamente criticata, come evidenziato dal giornalista Antonio Carioti, che ha sottolineato come il gioco ometta elementi fondamentali come l’occupazione tedesca e la dimensione democratica della Resistenza. Questo approccio ha il difetto di annacquare la profondità storica del conflitto, riducendolo a una sorta di scontro tra due totalitarismi, ma al tempo stesso solleva interrogativi sulla difficoltà di trattare argomenti tanto complessi in un contesto videoludico.
Gameplay e Meccaniche: Un Tentativo Ambizioso, ma Incompleto
Passando al gameplay, Il Rosso e il Nero si propone come uno sparatutto in prima persona, ma con una forte componente multiplayer, lasciando un po’ in disparte l’esperienza in singolo. Se da un lato la possibilità di sfidare fino a 16 giocatori in LAN o via TCP/IP è interessante per gli appassionati di titoli multiplayer, la mancanza di una modalità offline completa è una scelta discutibile. Il gioco, infatti, si limita a offrire una breve modalità di addestramento, rendendolo di difficile accesso per chi non è già esperto nel genere. Le numerose problematiche tecniche, tra cui crash e difficoltà nella visualizzazione delle informazioni storiche durante le mappe, ne limitano ulteriormente la fruibilità.
Le armi riprodotte nel gioco, che spaziano dalla Beretta 34 al Thompson 45, sono un altro punto di interesse. Sebbene la varietà e la fedeltà siano apprezzabili, il realismo non è sempre rispettato, soprattutto per quanto riguarda il rinculo, che appare eccessivamente regolare e artificialmente controllato. Anche la gestione fisica delle armi e delle granate lascia molto a desiderare, con traiettorie poco convincenti e movimenti che non rispecchiano le leggi della fisica in maniera realistica. Questi difetti compromettono l’immersione e il coinvolgimento che un titolo storico avrebbe dovuto offrire.
Le Mappe Italiane: Semplicità e Poca Cura nei Dettagli
Una delle promesse di Il Rosso e il Nero era quella di riportare in vita luoghi storici italiani come Firenze, Tarvisio e Nettuno. Purtroppo, le mappe risultano spoglie e prive di dettagli, con texture di buona qualità ma prive di poligoni e strutture complesse. L’assenza di dettagli architettonici e l’inadeguatezza del motore grafico, che spesso non gestisce correttamente le collisioni e i comportamenti fisici degli oggetti, minano l’esperienza visiva e rendono il gioco difficilmente apprezzabile dal punto di vista tecnico. La sensazione di incompletezza che trasmettono le mappe, insieme ai rallentamenti inspiegabili, toglie ulteriore freschezza a un gioco che avrebbe potuto puntare molto sul suo impatto visivo.
Le Modalità di Gioco: Un Potenziale Incompiuto
Le modalità di gioco offerte, pur con buone idee come la “Dominazione” e la modalità “Tutti contro tutti”, non sono sufficientemente variegate da garantire una longevità appagante. Con sole 11 mappe e modalità di gioco fisse associate a ciascuna di esse, la ripetitività diventa un problema evidente. Il gioco manca di una varietà sufficiente per tenere impegnati i giocatori nel lungo periodo, risultando in una esperienza che si sgonfia velocemente.
Un’Opera di Nicchia, Ma Meritevole di Attenzione
Il Rosso e il Nero è un titolo che si proponeva di esplorare un capitolo oscuro e fondamentale della storia italiana, ma che non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale. Nonostante le gravi carenze tecniche, il gioco merita comunque una certa attenzione, soprattutto da parte di chi è appassionato della storia italiana e vuole vedere come il medium videoludico abbia tentato di affrontare temi così complessi. L’intento degli sviluppatori, purtroppo, si perde a causa delle scelte narrative superficiali e dei problemi tecnici che minano l’esperienza, ma non si può fare a meno di riconoscere la valenza storica di un gioco che ha cercato di gettare uno sguardo su un periodo tragico e determinante per l’Italia. Resta, quindi, un curioso e incompleto pezzo di storia videoludica italiana, che forse avrebbe meritato più tempo e risorse per esplorare a fondo la sua visione.
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