Il mistero di Lovecraft – Road to L. è un film thriller in stile documentaristico del 2005, diretto da Federico Greco e Roberto Leggio, che si basa su una suggestiva ipotesi: e se il celebre scrittore di horror Howard Phillips Lovecraft avesse visitato l’Italia nel 1926, alla ricerca di ispirazione dai racconti popolari del Delta del Po?
Il film è strutturato come il backstage del documentario H.P. Lovecraft – Ipotesi di un viaggio in Italia, presentato al Festival di Venezia nel 2004 e trasmesso da Studio Universal. Il documentario ripercorre le tracce di un presunto manoscritto attribuibile a Lovecraft, ritrovato a Montecatini, in cui lo scrittore descrive il suo viaggio in Italia, attraverso il Delta del Po, alla scoperta dei cosiddetti “Racconti del Filò”, storie di fantasmi, streghe e mostri che popolano la tradizione locale.
Il film, invece, racconta le vicende di una piccola troupe internazionale di filmakers, che, con l’aiuto di David, un attore newyorchese, decide di realizzare il documentario sul ritrovamento del manoscritto e sui legami tra Lovecraft e il Delta del Po. Ma ben presto i filmakers scoprono che sette anni prima Andrea Roberti, uno studente di tradizioni popolari che aveva ipotizzato per primo il possibile legame tra Lovecraft e il Delta del Po, è scomparso in circostanze misteriose, la sua automobile abbandonata sulla riva del fiume. La troupe fa base nel paesino di Loreo – indicato nel manoscritto solo con una L. – come aveva fatto prima di loro l’autore del diario. Ma quello che doveva essere un semplice lavoro di documentazione si trasforma in un incubo, in cui la realtà e la finzione si confondono, e in cui il mistero di Lovecraft si rivela più oscuro e pericoloso di quanto si potesse immaginare.
Il mistero di Lovecraft – Road to L. è un film che si inserisce nel filone dell’horror mockumentary, ovvero di quei film che simulano la forma e lo stile di un documentario, ma che raccontano una storia inventata, spesso di genere horror. Questo filone ha avuto una grande popolarità negli ultimi anni, grazie a film come The Blair Witch Project, Paranormal Activity, Rec e Cloverfield, che hanno sfruttato la tecnica del found footage, ovvero la presunta ripresa amatoriale dei fatti, per creare un effetto di realismo e di coinvolgimento nello spettatore.
Il film di Greco e Leggio, però, si distingue da questi esempi per alcuni aspetti. Innanzitutto, il film non si basa solo sul found footage, ma alterna anche scene girate con una cinepresa professionale, creando un contrasto tra le due modalità di ripresa. Inoltre, il film non si limita a raccontare una storia di paura, ma si propone anche come un omaggio e una riflessione sulla letteratura di Lovecraft e sul suo influsso sulla cultura popolare. Il film, infatti, è parte di un progetto transmediale, che ha coinvolto anche altri media, come il fumetto, il web e la letteratura, per creare la leggenda del viaggio di Lovecraft in Italia e darle verosimiglianza. Il film, infatti, cita e si ispira a vari elementi dell’opera di Lovecraft, come i suoi racconti, i suoi personaggi, i suoi temi e il suo stile, e li mescola con le suggestioni del Delta del Po, creando un’atmosfera inquietante e affascinante.
Il mistero di Lovecraft – Road to L., inoltre, si pone in una posizione critica nei confronti sia del genere mockumentary, sia della letteratura di Lovecraft, mettendo in discussione la capacità di rappresentare e di comprendere il reale. Il film, infatti, gioca con le aspettative dello spettatore, confondendolo tra verità e finzione, tra documentario e film, tra realtà e immaginazione, tra razionalità e follia. Il film, così, riflette sul tema della conoscenza, che è centrale nell’opera di Lovecraft, e che spesso si rivela inefficace e pericolosa di fronte ai misteri dell’universo e dell’esistenza.
Il mistero di Lovecraft – Road to L. è un film che dimostra come sia possibile realizzare un horror di qualità con pochi mezzi, ma con tanta inventiva e passione. Il film è un esempio di come il cinema italiano possa ancora esplorare nuovi territori e nuove forme espressive, senza rinunciare alla propria identità e alla propria tradizione. Il film è, infine, un tributo a uno dei più grandi scrittori di horror di tutti i tempi, che ha saputo creare un immaginario unico e inconfondibile, capace di influenzare generazioni di artisti e di appassionati.