Il mistero del quadrato magico di Pompei, ritrovato nel novembre del 1936 da Pompeo Della Corte, inciso su una colonna della Grande Palestra, non distante dall’Anfiteatro, è avvolto in una nebbia di oscurità e segreti. Il quadrato del Sator, che risale a un periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C, è un enigma che è stato rinvenuto anche in numerosi altri luoghi in Europa e compare anche in antichi testi e monumenti. Gli studiosi hanno dedicato molti sforzi per cercare di svelarne l’origine e il significato, ma la verità rimane nascosta tra le pieghe del tempo. La sua origine potrebbe essere di stampo cristiano, ma il vero significato rimane un enigma: potrebbe essere anche solo di un semplice gioco di parole.
Un aspetto intrigante di questo misterioso quadrato è la sua capacità di essere letto sia da sinistra a destra che da destra a sinistra, come un palindromo. La frase “rotas opera tenet arepo sator” si rivela in modo identico anche se letta al contrario. Un enigma nel mezzo di un enigma.
L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una “cruces dissimulatae”, una rappresentazione cifrata utilizzata dai primi cristiani per adorare la croce in segreto. Non a caso, le 25 lettere del quadrato possono essere riarrangiate per formare le parole “A-PATERNOSTER-O”. Le lettere A e O, corrispondenti alle primordiali lettere greche alfa e omega, potrebbero rappresentare l’inizio e la fine di tutte le cose. Inoltre, se il quadrato viene letto a spirale, emergono le parole “sator opera tenet – tenet opera sator”, che suggeriscono che il Creatore sia il padrone dell’opera (Dio signore del creato).
La presenza del quadrato magico nell’antica Pompei solleva numerosi interrogativi. Non esistono prove del culto cristiano in tale contesto eppure il quadrato appare in luoghi di grande importanza storica. D