Gero Marino ci porta a spasso nel tempo nel suo romanzo dal titolo “Il manoscritto di Jonathan Merris” accompagnando il lettore attraverso le pagine di un diario dimenticato da tempo redatto dall’inventore di un dispositivo chiamato cronovettore. L’innovativo marchingegno indossabile al polso come un orologio, sarebbe capace di aprire accessi multidimensionali tra lo spazio e il tempo, attraverso l’inserimento di specifiche equazioni matematiche.
La trama del romanzo si concentra sul protagonista Jonathan Merris, un fisico quantistico determinato a cambiare la storia della scienza per sempre. Decide quindi di sperimentare il suo dispositivo su se stesso, attraversando casualmente diverse epoche del passato. Durante uno di questi viaggi, Jonathan fa un incontro misterioso con una donna proveniente da un lontano futuro. Così inizia un’avventura ricca di sfide e scoperte, tutte raccontate nelle cronache del protagonista. Tuttavia, il manoscritto si perde in un punto imprecisato della storia, lasciando i dettagli sul funzionamento del cronovettore e le relative formule ancora da scoprire.
L’idea di base del romanzo è sicuramente intrigante, con i viaggi nel tempo che hanno sempre affascinato il pubblico. Tuttavia, il libro è stato criticato per lo stile poco sofisticato e la mancanza di approfondimento delle emozioni dei personaggi, oltre che alcune descrizioni approssimative e un discutibile commento critico ad alcuni importanti tipici sociali.Purtroppo, non mancano neanche errori di ortografia e di scrittura, come l’uso di parole straniere scritte come si leggono e l’uso errato della punteggiatura che rende difficoltosa la lettura. In generale, il romanzo avrebbe beneficiato di una rilettura attenta per correggere questi errori e migliorare l’esperienza di lettura complessiva.
Nonostante queste critiche, è evidente che il romanzo possiede un’idea di base affascinante e potenziale che avrebbe potuto emergere con una maggiore cura nella scrittura e nello sviluppo dei personaggi e delle trame secondarie.