1816. Giovanni Battista Belzoni, padovano di nascita ma cittadino del mondo, approda a Londra e da lì, insieme alla moglie Sarah, parte alla volta dell’Egitto, dove diventerà uno dei più importanti archeologi della sua epoca. L’esploratore scoprì l’ingresso della Piramide di Chefren, il tempio di Abu Simbel, la tomba di Seti I, fui lui che trasportò il busto di Memnone oggi al British Museum di Londra, visto e ammirato da milioni di turisti da tutto il mondo. Questa è una storia vera: il romanzo di un uomo che ha fatto del viaggio e della scoperta la sua stessa vita, finendo per perdersi spinto dall’ossessione che gli bruciava dentro: lo spirito dell’Avventura! Forza d’animo, ambizione e inesauribile sete di avventura il nostro Belzoni ispirò la figura di Indiana Jones, il famoso archeologo creato dalla fantasia di George Lucas.
“Il Grande Belzoni” è un albo unico di 272 pagine scritto ed illustrato da Walter Venturi ed edito da “Sergio Bonelli editore”. L’autore romano ha trovato l’ispirazione per caso, cercando qualcosa da guardare in TV. Ci sono voluti circa dieci anni per realizzare questo suo primo progetto individuale, durante i quali Venturi ha portato avanti altri lavori e disegnato per la storica testata Bonelli, Zagor.
Nel fumetto sull’avventuriero padovano, Venturi ci porta a scoprire questo meraviglioso eroe con la folta barba rossiccia e l’abbigliamento “alla araba”. Inoltre, il fumettista romano lo impreziosisce dandogli una frase iconica tipica di ogni eroe dei fumetti (come il “Giuda ballerino” di Dylan Dog): “Per il Santo!” Nella storia, Venturi si muove con estrema disinvoltura, dimostrando la sua abilità nel trasferire il linguaggio del cinema nel fumetto. La sua vocazione cinematografica si percepisce anche nell’uso incisivo delle inquadrature, che, utilizzate con una metodologia sapiente, offrono punti di vista inconsueti in grado di dare una visione personale e estremamente realistica della scena. Venturi è abile nel riprodurre i ritmi, le atmosfere e gli stilemi della narrazione popolare. In “Il Grande Belzoni” ritroviamo non solo suggestioni tipiche dei romanzi d’appendice ottocenteschi, ma anche le caratteristiche degli eroi popolari del recente passato italiano. È importante sottolineare che il Belzoni presentato da Venturi non corrisponde alla figura storica dell’archeologo realmente vissuto.
Venturi descrive un personaggio collerico e nervoso, a volte irriverente nei confronti dei locali. In realtà, Belzoni ebbe il merito di intrattenere ottimi rapporti con la popolazione araba, immedesimandosi nei loro costumi, indossando i loro abiti e diventando quasi uno di loro. L’autore ci restituisce invece un Belzoni dannato, la cui personalità si ispira alla letteratura popolare. Il Belzoni di Venturi assume i tratti delle figure gotiche e romantiche presenti nella narrativa popolare.
La forza fisica che rende Belzoni quasi invincibile, l’impeto con cui attacca a mani nude i nemici, senza preoccuparsi se siano armati o meno, fa parte di una illustre tradizione del fumetto italiano. Nonostante i toni romantici attribuiti al personaggio, Venturi non riesce a evitare del tutto il rischio di sviluppare una narrazione posticcia e pretestuosa nel tentativo di includere fatti salienti nella vita dell’archeologo padovano, evidentemente ritenuti essenziali per la ricostruzione della sua storia personale.
Considerando la ricostruzione fantasiosa del personaggio, sarebbe stato preferibile che l’autore avesse utilizzato contenuti narrativi più collegati tra loro, anche se inventati, piuttosto che privilegiare episodi realmente accaduti che appaiono forzati nella narrazione. In altre parole, in un’opera di questo genere, caratterizzata da ritmi veloci e libertà narrative, sarebbe stato opportuno dare maggiore risalto all’avventura vera e propria anziché agli elementi biografici. In Italia, forse a causa di un morbo esterofilo o forse a causa di un complesso d’inferiorità mai analizzato, le figure autoctone non hanno avuto un’adeguata traduzione nel fumetto. Tuttavia, è assolutamente piacevole vedere la ricostruzione fumettistica di questo personaggio poco conosciuto. L’opera di Venturi rappresenta un encomiabile, sebbene tardivo rispetto alla storia del fumetto italiano, recupero di luoghi e personaggi appartenenti alla tradizione italiana, che senza dubbio rappresentano una fonte narrativa feconda e ricca di suggestioni ancora da esplorare.
Considerato il successo di questo fumetto e il valore riconosciuto all’opera, “Il Grande Belzoni” è stato pubblicato anche in un’edizione deluxe, un volume con copertina rigida di 288 pagine e contenuti extra, prove di disegno a colori, prefazione di Marco Zatterin, autore de “Il Gigante del Nilo”, e di Francesca Veronese, responsabile del Museo Archeologico dei Musei Civici di Padova, che ospita anche statue e reperti donati da Belzoni al comune di Padova. Posso dire senza dubbio di aver entrambi i volumi nella mia libreria padovana!