Il 21 giugno 1996, il panorama dell’animazione Disney si arricchì di una nuova gemma, un’opera che, a distanza di venticinque anni, continua a brillare nel firmamento dei Classici Disney. “Il Gobbo di Notre Dame”, diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, è il 34º Classico della casa di Topolino e, ancora oggi, si distingue per il suo coraggio nell’affrontare profonde e mature, nonché per una colonna sonora che ha ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica da film.
Tratto dal celebre romanzo “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo, “Il Gobbo di Notre Dame” racconta la storia di Quasimodo, un giovane campanaro dalla deformità fisica, che vive rinchiuso nel campanile della cattedrale di Notre-Dame a causa della crudeltà del giudice Claude Frollo, il quale lo ha adottato per espiare un peccato passato. L’ambientazione gotica e la trama drammatica offrono un’interpretazione audace e profonda, diversa dalla tradizione Disney, immergendo lo spettatore in un mondo di lotte e contrasti.
La narrazione inizia con una tragica scena: una zingara, inseguita da Frollo, tenta di fuggire con il suo neonato deformato. Frollo, spinto dalla sua ferrea moralità e dall’odio per gli zingari, uccide la madre e tenta di assassinare il bambino, ma viene fermato dall’arcidiacono della cattedrale. Questo gesto di pietà diventa il punto di partenza per la crescita di Quasimodo, che viene allevato all’interno della cattedrale sotto la tutela di Frollo, pur essendo costretto a vivere nell’ombra ea nascondere la sua esistenza.
Quasimodo, dotato di una forza e agilità straordinarie, è un personaggio di straordinaria bontà e purezza d’animo, ma vive una vita di isolamento e solitudine. L’unico contatto con il mondo esterno è rappresentato da tre gargoyle animati – Hugo, Victor e Laverne – che gli fanno compagnia e lo incoraggiano a partecipare alla Festa dei Folli, un evento annuale che celebra la follia e l’ironia. Questo incontro segnerà un cambiamento significativo nella vita del gobbo, che per la prima volta sarà esposto alla crudeltà e alla bellezza del mondo esterno.
Durante la Festa dei Folli, Quasimodo viene inizialmente accolto con entusiasmo dalla folla per poi essere brutalmente deriso e torturato, un riflesso crudele della società che rifiuta chi è diverso. La zingara Esmeralda, intervenendo per salvarlo, diventa per lui un simbolo di speranza e umanità. Esmeralda, dotata di una grande forza interiore e di un cuore compassionevole, sfida l’autorità di Frollo e offre a Quasimodo un ciondolo con una mappa per la Corte dei Miracoli, il covo degli zingari, rappresentando così un’ancora di salvezza per lui e un legame profondo con il mondo degli esclusi.
La colonna sonora, scritta da Alan Menken con testi di Stephen Schwartz, è uno degli aspetti più memorabili del film. La canzone “Fuoco dell’Inferno” di Frollo è nota per il suo tono oscuro e minaccioso, e rappresenta uno dei momenti più intensi e controversi del film. Il brano, carico di suggestioni infernali e di un’orchestrazione imponente, ha rischiato di essere escluso dalla versione finale del film per la sua natura inquietante. Tuttavia, questa canzone rimane un esempio della volontà della Disney di esplorare territori più complessi e sfumati.
Il film fu accolto con recensioni generalmente positive e si dimostrò un successo commerciale, incassando oltre 325 milioni di dollari a livello globale, diventando il quinto maggior incasso dell’anno. La critica lodò la qualità dell’animazione e la profondità dei temi trattati, sebbene alcuni considerassero il film troppo cupo per un pubblico di bambini. La colonna sonora, con le sue melodie potenti ei testi incisivi, fu candidata agli Oscar e ai Golden Globe, confermando l’importanza del contributo musicale di Menken e Schwartz.
Nel corso degli anni, “Il Gobbo di Notre Dame” ha ispirato un adattamento teatrale diretto da James Lapine, che ha accentuato ulteriormente gli elementi gotici e drammatici della storia, e un sequel direct-to-video, “Il Gobbo di Notre Dame II”. “, uscito nel 2002. Questi adattamenti hanno dimostrato la durata dell’influenza e l’impatto culturale del film, che continua a essere un’opera di riferimento per la sua capacità di affrontare temi complessi con sensibilità e intelligenza.
Oggi, a venticinque anni dalla sua uscita, “Il Gobbo di Notre Dame” rimane una testimonianza del potere dell’animazione di esplorare la condizione umana in tutte le sue sfumature, e continua ad essere celebrato come uno dei Classici Disney più audaci e profondi. Con una trama che sfida le convenzioni e una colonna sonora che arricchisce l’esperienza cinematografica, questo film è destinato a rimanere un punto di riferimento nell’immaginario collettivo e nel cuore degli spettatori di tutte le generazioni.