Apple è nota per il suo ecosistema chiuso e controllato, che le permette di avere un alto margine di profitto e una qualità elevata dei suoi prodotti. Tuttavia, questa strategia sta incontrando sempre più resistenze da parte delle autorità antitrust di vari paesi, che accusano l’azienda di abusare della sua posizione dominante e di limitare la concorrenza e la libertà di scelta degli utenti.
Uno di questi paesi è il Giappone, che sta preparando una legislazione che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui Apple gestisce il suo App Store, la piattaforma esclusiva per scaricare e acquistare app sui dispositivi iOS. Il governo giapponese sta infatti valutando di imporre delle regole che obblighino Apple e Google, il principale rivale di Apple nel settore degli smartphone, a consentire il “sideload” di app, ossia la possibilità di installare app al di fuori dei loro store ufficiali.
Questa mossa avrebbe delle implicazioni importanti per il modello di business di Apple, che si basa in gran parte sulle commissioni che incassa dal prezzo delle app e degli acquisti in-app. Attualmente, Apple richiede agli sviluppatori di app di pagare una quota annuale di 99 dollari per accedere al suo App Store e di cedere il 30% del ricavato delle vendite a Apple. Inoltre, Apple impone agli sviluppatori di usare il suo sistema di pagamento integrato, che non consente agli utenti di scegliere metodi alternativi.
Queste restrizioni sono state oggetto di numerose critiche e contestazioni da parte di alcuni sviluppatori di app, come Epic Games, lo studio dietro al popolare gioco Fortnite, che ha avviato una causa legale contro Apple per violazione delle leggi antitrust. Epic Games sostiene che Apple abbia creato un monopolio sull’App Store e che le sue commissioni siano eccessive e ingiuste. La causa è ancora in corso e potrebbe avere delle ripercussioni sul futuro dell’App Store. Anche altre aziende, come Spotify, Netflix e Amazon, hanno cercato di aggirare le commissioni di Apple offrendo ai loro utenti di sottoscrivere i loro servizi tramite i loro siti web invece che tramite le app. Inoltre, alcune associazioni di consumatori e di sviluppatori hanno denunciato Apple per le sue pratiche anticoncorrenziali e per la sua mancanza di trasparenza e di flessibilità.
Queste proteste hanno attirato l’attenzione delle autorità antitrust di diversi paesi, che hanno avviato delle indagini e delle azioni legali contro Apple. Tra questi, spicca l’Unione Europea, che ha approvato una legge che obbligherà Apple a permettere agli store di terze parti di operare sui dispositivi iOS entro il 2024. Questa legge, chiamata Digital Markets Act, mira a garantire una maggiore concorrenza e innovazione nel mercato digitale e a tutelare i diritti dei consumatori.
Ora, anche il Giappone si sta muovendo nella stessa direzione.
Il governo giapponese sta infatti considerando di introdurre delle regole che costringano Apple e Google a consentire il sideload di app su iOS e Android, i due sistemi operativi più diffusi nel mondo. Questo significa che gli utenti potranno scaricare e installare app da fonti diverse dagli store ufficiali, come ad esempio da siti web, da email o da codici QR. Questa possibilità offrirà agli utenti una maggiore libertà di scelta e una maggiore varietà di app, ma comporterà anche dei rischi per la sicurezza e la privacy. Infatti, le app scaricate da fonti esterne potrebbero contenere virus, malware o spyware, o potrebbero richiedere l’accesso a dati sensibili degli utenti. Inoltre, le app sideloadate potrebbero non essere compatibili con le ultime versioni dei sistemi operativi o potrebbero causare dei problemi di funzionamento dei dispositivi.
Per questo motivo, Apple ha sempre vietato il sideload di app su iOS, sostenendo che si tratta di una misura necessaria per garantire la sicurezza, la qualità e la stabilità delle app e dei dispositivi. Apple ha anche affermato che il suo App Store offre agli sviluppatori di app un’opportunità unica di raggiungere un pubblico vasto e fedele, e che le sue commissioni sono giustificate dai servizi che offre, come il supporto tecnico, il marketing e la distribuzione.
Tuttavia, queste argomentazioni non hanno convinto il governo giapponese, che ha deciso di intervenire per contrastare il monopolio di Apple e Google sui loro dispositivi. Il Giappone è infatti uno dei mercati più importanti per Apple, dove ha una quota di mercato del 47%, e dove ha generato un fatturato di 21 miliardi di dollari nel 2020. Inoltre, il Giappone è la sede di molte aziende tecnologiche, come Sony, Nintendo e Rakuten, che potrebbero beneficiare delle nuove regole.
Il governo giapponese sta quindi preparando una legislazione che imporrà ad Apple e Google di permettere il sideload di app e di offrire agli utenti la possibilità di scegliere metodi di pagamento alternativi per gli acquisti in-app. Questo potrebbe portare a una riduzione delle commissioni di Apple e Google, ma anche a una maggiore concorrenza e innovazione nel settore delle app. Inoltre, il governo giapponese potrebbe permettere alle aziende locali di integrare i loro store di app su iOS e Android, come ad esempio il Rakuten App Store, che offre ai suoi utenti dei punti fedeltà e dei coupon.
La legislazione giapponese sarà presentata al parlamento nel 2024, e riguarderà non solo il sideload di app, ma anche altri aspetti del mercato digitale, come i motori di ricerca, i browser, i sistemi operativi e le piattaforme di e-commerce. Apple, che dovrà adeguarsi anche alle leggi dell’Unione Europea, dovrà quindi affrontare delle sfide importanti per il suo futuro.
Ma resta da vedere come Apple reagirà alle nuove regole. L’azienda potrebbe decidere di rivedere le sue linee guida sull’App Store e di offrire maggiori opzioni agli utenti e agli sviluppatori, oppure potrebbe cercare di mantenere il suo controllo sull’ecosistema iOS e di imporre delle nuove tasse o delle limitazioni per le app sideloadate. In ogni caso, si preannunciano degli interessanti sviluppi nel mondo della tecnologia, che potrebbero cambiare il volto dell’industria delle app.
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