“Il Gattopardo a guardia del Muro: Storia di un giallo letterario nella Germania socialista” di Bernardina Rago

Nel vasto panorama delle vicende culturali del Novecento, la storia della diffusione del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella Germania Est rappresenta un affascinante paradosso che ha catturato l’attenzione di studiosi e appassionati di letteratura. Bernardina Rago, nel suo nuovo libro intitolato “Il Gattopardo a guardia del Muro: Storia di un giallo letterario nella Germania socialista”, pubblicato da Feltrinelli, offre un’approfondita e avvincente ricostruzione di questo capitolo poco noto della storia letteraria europea. Un’opera che promette di svelare le intricate dinamiche politiche e culturali che hanno permesso a un romanzo profondamente critico verso l’aristocrazia siciliana di diventare, contro ogni aspettativa, un simbolo del nuovo corso socialista nella DDR.

Un libro, un paradosso, un simbolo

Correva l’anno 1960. Le due Germanie erano già divise, e la tensione politica si rifletteva in ogni aspetto della vita quotidiana, specialmente nella sfera culturale, pesantemente controllata dal regime della Repubblica Democratica Tedesca (DDR). L’ideologia socialista dominante non lasciava spazio a sfumature: ogni prodotto culturale doveva essere conforme ai dettami di un’ortodossia che non tollerava deviazioni. Eppure, proprio in questo contesto rigido, un romanzo che racconta la decadenza di una famiglia aristocratica siciliana riuscì a penetrare le maglie della censura e a guadagnarsi un posto d’onore nel pantheon letterario della DDR.

“Il Gattopardo”, pubblicato postumo nel 1958, aveva già suscitato accese polemiche in Italia, in particolare tra gli intellettuali di sinistra, che lo avevano accusato di essere nostalgico e reazionario. Un’accusa che, a prima vista, avrebbe dovuto renderlo inviso anche alla DDR, dove il realismo socialista era l’unico stile letterario ammesso e dove l’aristocrazia, anche solo come soggetto di narrazione, non poteva essere presentata sotto una luce positiva. Tuttavia, come racconta Rago nel suo libro, il destino del romanzo nella Germania dell’Est seguì una traiettoria inaspettata, grazie all’intervento decisivo di Alfred Kurella, capo della Commissione Cultura e stretto collaboratore di Walter Ulbricht, il leader indiscusso della DDR.

Il ruolo cruciale di Alfred Kurella

Bernardina Rago, con l’abilità di una storica che sa intrecciare documenti d’archivio e testimonianze dirette, ricostruisce la figura di Alfred Kurella, un uomo che seppe riconoscere nel romanzo di Tomasi di Lampedusa un’opera di grande valore, capace di rispecchiare, a suo avviso, alcune delle contraddizioni e delle sfide che il socialismo reale stava affrontando. Kurella, pur consapevole del rischio che correva proponendo la pubblicazione di un libro così controverso, si fece promotore accanito del “Gattopardo”, vedendo in esso non solo una critica alla decadenza dell’aristocrazia, ma anche una riflessione profonda sulle trasformazioni sociali e politiche che stavano attraversando l’Europa del suo tempo.

La scelta di Kurella, come evidenziato da Rago, non fu priva di ostacoli. Le procedure editoriali nella DDR erano complesse e sottoposte a un controllo rigoroso. Il romanzo dovette affrontare un lungo iter di valutazioni, durante il quale le argomentazioni proposte da Kurella furono messe sotto la lente d’ingrandimento da critici e funzionari sospettosi di eresia ideologica. Tuttavia, grazie alla sua determinazione e alla sua abilità nel navigare tra le insidie burocratiche, Kurella riuscì a far approvare la pubblicazione del “Gattopardo”, trasformandolo in un vero e proprio caso letterario.

Un’indagine storica avvincente

Il libro di Rago si legge come un giallo storico, in cui ogni documento, ogni testimonianza, è un tassello di un puzzle che, una volta completato, rivela un quadro complesso e affascinante. Non si tratta solo della storia di un romanzo, ma di un episodio che illumina le contraddizioni interne al sistema culturale della DDR e il ruolo che la letteratura può giocare nel contesto di un regime totalitario.

La scelta di pubblicare “Il Gattopardo” nella DDR, infatti, non fu solo un atto di coraggio intellettuale, ma anche un tentativo di utilizzare la letteratura come strumento di riflessione e di critica sociale. Un’operazione che, paradossalmente, trovò terreno fertile proprio in un contesto in cui la libertà di espressione era fortemente limitata.

Bernardina Rago: una voce autorevole

Bernardina Rago, con il suo background accademico solido e la sua esperienza come docente e studiosa della letteratura italiana nella Germania socialista, è la persona ideale per raccontare questa storia. Laureata in Lingue e Letterature Straniere e in Lettere Moderne, Rago ha insegnato Tedesco in Italia e ha lavorato come Lettrice ministeriale alle università di Bonn e Düsseldorf. Con un Dottorato conseguito presso l’Istituto di Romanistica dell’Università di Potsdam, ha dedicato gran parte della sua carriera a studiare la ricezione della letteratura italiana nella DDR, contribuendo con numerosi studi a far luce su un aspetto poco conosciuto della storia culturale europea.

“Il Gattopardo a guardia del Muro: Storia di un giallo letterario nella Germania socialista” è un libro che non solo appassionerà gli amanti della storia e della letteratura, ma offrirà anche nuovi spunti di riflessione su come le opere letterarie possano assumere significati diversi a seconda del contesto storico e politico in cui vengono lette. Dal 3 settembre, sarà possibile immergersi in questa avvincente indagine che svela i retroscena di un caso editoriale unico, dimostrando come la letteratura possa sfidare e superare i confini imposti dall’ideologia. Un’opera che, sicuramente, lascerà il segno nella saggistica italiana contemporanea.

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *