Lorenza Ghinelli è l’ulteriore esempio di un miracolo ricorrente. Lingua perfetta, lontanissima dai luoghi comuni dei generi noir e horror, cui pure si apparenta. Efficacia stilistica totale, con frasi talora elaborate che nulla tolgono alla scorrevolezza del testo e al fluire della trama. Un crescere della suspense ottenuta evitando mezzucci ed espedienti di seconda mano.La storia inizia con giochi più o meno innocenti di ragazzini, e così finirà. Arbitro e conduttore di schermaglie è un personaggio che ha sembianze di vecchio. Forse non lo è. Detto l’Uomo dei Sogni, perché la sua dimensione è onirica, tanto da renderlo capace di vivere dentro un dipinto.Colpisce la credibilità dei personaggi. Mica facile fare emergere la psicologia di un ragazzino, anche se esserlo stati è ovviamente esperienza comune. Sono cose che si scordano, e un numero incalcolabile di autori naufraga su questo scoglio. Lorenza Ghinelli no, tutti i suoi protagonisti minorenni pensano e agiscono con smagliante naturalezza.Anche i dialoghi scorrono sciolti, convincenti, alternati a notazioni sempre felici che denotano cultura. Ecco, è appunto una scrittura colta, quella dell’autrice. Di norma, un romanzo horror/thriller scorre con linguaggio piano, in attesa dell’effetto (o dell’effettaccio) speciale, su cui tutto il resto è costruito. Tante volte, la pagina senza eventi rischia la banalità. Tutto diverso il caso di questo libro. Lorenza Ghinelli riesce a fare apparire lineare ciò che è complesso, a farci “scivolare” su frasi in cui ogni parola è in realtà studiata. Come nei film di Hitchcock, ci si trova immersi in girandole di virtuosismo senza che nemmeno ce ne accorgiamo, e senza che ciò leda il dipanarsi della storia e la felicità della lettura.
E’ con grande soddisfazione che faccio conoscere la mail della Newton & Compton, pure se non viene citato il ruolo de IL FOGLIO LETTERARIO – www.ilfoglioletterario.it e di Gordiano Lupi nella scoperta di Lorenza Ghinelli. Sono cose alle quali siamo abituati, ormai. In ogni caso IL DIVORATORE è un romanzo di cui sono stato il primo lettore e il primo editore, tra l’altro fui proprio io a consigliare Lorenza di farlo leggere a Valerio Evangelisti, scrittore che stimo e rispetto. Va così il mondo. Se il talent scout fosse stato un editor di chiara fama sarebbe stato citato. In questo caso un Gordiano Lupi qualsiasi si può omettere. Non fa chic, non fa gioco, non serve a niente. Tanto prima o pi smetteremo, state tranquilli. Ci sentiamo dire che non contiamo niente, che pubblicare con Il Foglio Letterario è come non pubblicare, che contano solo i grandi editori. E detto tra noi magari è anche vero, magari siamo pure stanchi e abbiamo troppi capelli bianchi, magari ci siamo rotti le scatole di questo mondo editoriale a caccia di fenomeni, magari è ora di scrivere la parola FINE su tante avventure. Ci penseremo… Per il momento complimenti a Lorenza Ghinelli e al nostro Divoratore!
Gordiano Lupi
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