Il diario perduto di Indiana Jones

Un volume che riproduce il taccuino del dottor Henry “Indiana” Jones Junior, figura dal doppio ruolo: preciso e impeccabile professore universitario e uomo d’azione vestito di giacca di pelle e cappellaccio in testa, con la barba incolta e una frusta come arma, sempre pronto a vagare per il mondo alla ricerca di antichi reperti e civiltà perdute. Giocando con la verità e la finzione, nel libro viene affermato che il Servizio di Sicurezza della Federazione Russa è finalmente in grado di divulgare uno dei suoi più preziosi documenti riservati: il diario di “Indiana”, che si riteneva “perduto”, ma che è stato conservato per anni negli archivi del KGB. In base alle annotazioni del giovane Jones sui suoi incontri con personaggi famosi quali Lawrence d’Arabia e Theodore Roosevelt, fino alle sue imprese in età adulta con i membri del culto Thuggee, i nazisti e il Regno del Teschio di Cristallo, questo diario copre quasi 50 anni di vita, dal 1908 al 1957.

Vi segnaliamo un articolo splendido realizzato dallo scrittore Valerio Evangelisti, che ricordiamo per la saga dell’inquisitore Eymerich, che partendo da questo oggetto affronta un’analisi accurata dell’archeologo più famoso del mondo: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/indiana-jones/indiana-jones/indiana-jones.html

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