Nel mondo del cinema, esistono film che lasciano un segno profondo nell’animo dello spettatore, superando i limiti del tempo e diventando vere e proprie opere d’arte. Un esempio di tale cinema è “Il Corvo”, con Brandon Lee nel suo ultimo ruolo prima della prematura morte. In attesa del discusso remake, il capolavoro diretto da Alex Proya compie trent’anni essendo uscito negli States 11 maggio 1994.
Il Corvo è uno di quelle pellicole che hanno segnato la storia del cinema, non solo per la sua trama avvincente e la sua atmosfera gotica, ma anche per la tragica morte del suo protagonista, Brandon Lee, figlio della leggenda delle arti marziali Bruce Lee. L’attore fu ucciso accidentalmente sul set da un colpo di pistola caricato a salve, durante le riprese di una scena cruciale del film. Il suo ruolo fu completato con l’uso di effetti speciali e controfigure, e il film gli fu dedicato come omaggio postumo.
Il film racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock che viene ucciso insieme alla sua fidanzata Shelly da una banda di criminali. Un anno dopo, il giorno della festa di Halloween, Eric risorge dalla tomba grazie al potere di un corvo misterioso, che lo guida nella sua missione di vendetta contro i suoi assassini. Lungo il percorso, Eric incontra anche Sarah, una ragazzina orfana che era amica sua e di Shelly, e il detective Albrecht, che indagava sul loro omicidio. Negli anni 90′ film ebbe un grande successo di critica e pubblico, diventando un cult per gli appassionati del genere dark e fantasy. Ebbe anche tre seguiti, ma nessuno riuscì a eguagliare il fascino dell’originale. Da anni si parla di un remake del film, ma il progetto ha incontrato molti ostacoli e cambiamenti nel corso del tempo.
Il film si ispira pesantemente alla mitologia, alla tradizione popolare e ai fumetti, in particolare il graphic novel di James O’Barr dallo stesso nome. La trama è una mistura di orrore, d’azione e d’amore, e i temi ruotano intorno al concetto del redento, della vendetta e dello soprannaturale.
Lo stile visivo del film è un contrasto scuro e sporco con i brillanti e colorati film hollywoodiani dell’epoca. Invece, la cinematografia è oscura, morbida e sconvolgente, con una particolare attenzione ai contrasti e alla luce misteriosa. Il regista Alex Proyas utilizza angolature di telecamera e tecniche creatitive per intensificare la tensione e creare un senso di ansia, come nel celebre scene in cui il corpo di Eric viene scoperto dal corvo.
Il personaggio di Eric Draven è senza dubbio la parte più attraente del film. La performance di Brandon Lee è ricca di profondità e di potenza, che fa brillare la sua caratterizzazione. Il suo impersonamento di Eric è una perfetta miscela di vulnerabilità, rabbia e tristezza, rendendo il suo personaggio simpatico e relatable. Il personaggio del corvo, che essenzialmente è un’estensione dell’io subconscio di Eric, aggiunge un’ulteriore dimensioni soprannaturale e mistica alla storia, e la sua presenza serve da forte simbolo di speranza, del redentore e del rinnovamento.
La colonna sonora, composta da Graeme Revell, è spaventosa e eterea, aggiungendo alla film una qualità surreale e onirica. L’uso della musica classica e delle armonie orchestrali crea una sensazione di grandezza e grandiosità, mentre gli elementi elettronici danno un tocco moderno ed edgy. La musica è la perfetta complemento alla fotografia e contribuisce alla sua atmosfera e alla sua mood.
I temi della redenzione e della vendetta sono approfonditi in modo significativo, con la missione di Eric di vendicare la sua morte che serve da metafora per la condizione umana. Il film indaga sulla natura della giustizia, della vendetta e del perdono, e come questi concetti sono interconnessi. La missione di Eric verso la redenzione non è solo un tentativo di vendicarsi della sua morte ma anche di trovare la chiusura e il superamento. Il film porta un messaggio profondo sull’esistenza, la giustizia, la vendetta e la riconciliazione.
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