I ragazzi del Wolf Ripper

Sono sei, sono giovani e si occupano di desing. Chi sono? Tre architetti: Fabio Tienforti, Chiara Pattaro e Giovanni Federici, un ingegnere: Adriano Ercoli, un artigiano del legno: Matteo Pronestino e un 3Dgraphics: Alessio Milaneschi.
Tutto è visto e pensato alla luce degli spazi sempre più ridotti nelle abitazioni e quindi il pratico MyDomo, carrello maneggevole e dalla linea adatta agli spazi più contemporanei, la simpatica Valeria che al contrario di ciò che si possa pensare non è una ragazza ma un salva caffé in legno avente la forma, appunto, di un chicco di caffé, a seguire ciò che trovo più geniale è Venere, un appendiabiti che riprende la sagoma di una famosa opera d’arte del Pistoletto (la Venere degli stracci già ispirata alla celeberrima Venere con mela del Thorvaldsen) e che riunisce la funzionalità alla forma classica della scultura. L’ordine contrapposto al disordine apparente degli stracci depositati ai piedi della Venere pistolettiana, contrasti in bianco e nero, quotidianità e arte che si coniugano in un’opera dall’accentuata bidimensionalità. Non finisce qui, i giovani continuano a stupire con oggetti semplici che si usano tutti i giorni ma che acquistano quel poco che basta per essere unici e indispensabili e così Dado il portapenne, la sedia Cubo che unisce comodità della seduta a un cassetto utile per l’organizzazione degli spazi, per osservare poi il toro – porta coltelli Pablo dedicato ovviamente a Picasso e ancora Guglielmino che emula l’omonimo (non a caso) Guglielmo Tell che però qui sostiene bigliettini da visita e infine Alfonzie, ottimo per una presentazione del cibo in maniera più pittoresca e colorata. Insomma parola d’ordine: simpatia, fantasia, quotidianità e funzionalità.

Wolf Ripper Studio

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