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Il fascino imperfetto di un manhwa che (forse) non vuole essere perfetto: la mia esperienza con I Obtained A Mythic Item

Sono una lettrice accanita di manhwa da anni. Non solo per passione, ma per necessità. I manhwa sono la mia via di fuga, la mia dose settimanale di pathos, plot twist e personaggi tormentati. Li divoro, li critico, li amo e li mollo senza pietà. Ma ce ne sono alcuni che mi restano addosso, anche quando non lo meriterebbero del tutto. I Obtained A Mythic Item è uno di questi.

Quando ho iniziato la lettura, l’ho fatto con due occhi: uno curioso, uno scettico. Curiosa perché nella sinossi si parlava di magia, tecnologie indistinguibili da incantesimi, creature leggendarie e un mondo prossimo all’estinzione. Scettica perché lo spettro di Solo Leveling è ovunque, e molti manhwa fantasy sembrano nati con il copia-incolla. Eppure, qualcosa mi ha tenuta lì.

Un protagonista spezzato ma (forse) vero

Jaehyeon è un protagonista atipico. All’inizio non ha nulla di straordinario: è un Raider mediocre, a malapena riesce a pagarsi la cena. Ma poi, in un mix di sfiga, destino e magia norrena, trova un oggetto leggendario: l’Occhio Perduto di Odino. E qui cambia tutto. O forse no. Perché la bellezza di questo manhwa, almeno all’inizio, è proprio che anche con un potere immenso tra le mani, Jaehyeon resta… umano. Fa errori, dubita, si spaventa. E questo, per chi è abituato a protagonisti infallibili e cinici, è una boccata d’aria.

Il plot è semplice, a tratti derivativo, ma ha un potenziale che si lascia intravedere. L’idea di poter “riavvolgere” il tempo, rivivere eventi con la consapevolezza del futuro, è affascinante. È una seconda possibilità che tutti abbiamo sognato almeno una volta. Ma la cosa più interessante è che Jaehyeon non diventa subito un semidio. Il potere ce l’ha, sì, ma non sa usarlo. È come guardare un ragazzo con un’arma leggendaria… che però non trova il grilletto.

Tra cliché e comfort: il dilemma di ogni lettore

E poi, sì, arriva il punto critico. L’accademia. Quella fase in cui tutto prometteva una crescita epica e invece scivola verso il già visto. Prove divine? Check. Armi mitiche? Check. Power-up a pioggia? Triplo check. Sembrava quasi che gli autori avessero smarrito il coraggio di osare. Ogni novità veniva abortita prima di diventare un cambio reale di rotta. Ed è qui che ho iniziato a oscillare tra affetto e frustrazione.

Però… continuo a leggerlo.

E mi sono chiesta: perché? Perché quando ogni nuova saga sembra un déjà-vu, io sono ancora lì a cliccare “next”?

La verità è che, in fondo, questi manhwa sono diventati una sorta di comfort food narrativo. Li critichiamo, li smontiamo, li confrontiamo con capolavori intoccabili… e poi li leggiamo lo stesso. Perché ci danno qualcosa. Anche solo una scena. Una battuta. Uno sguardo tra due personaggi. Quel piccolo attimo in cui ti ritrovi a sorridere, a commuoverti o a pensare: “Ok, forse questo autore non ha ancora mollato del tutto.”

L’eredità norrena: un’occasione (ancora) sprecata?

Uno degli elementi più intriganti di I Obtained A Mythic Item è l’ispirazione alla mitologia norrena. L’Occhio di Odino, il Ragnarok, l’idea che un dio antico accompagni silenziosamente le scelte del protagonista… tutto questo ha un fascino potente. Eppure, questa mitologia è ancora relegata a decorazione, a sfondo, a una scusa per giustificare poteri divini. Odino potrebbe essere sostituito da un’intelligenza artificiale e la trama non cambierebbe granché. Ma io voglio credere che ci sia di più. Che ci sia un piano. Che gli autori stiano ancora trattenendo la mitologia come un’arma segreta da svelare più avanti.

Un manhwa che parla anche di noi

La verità è che I Obtained A Mythic Item ci racconta qualcosa anche su di noi. Sul nostro bisogno di eroi imperfetti, di seconde possibilità, di storie che parlano di fallimenti prima che di trionfi. Sul nostro rapporto complicato con la narrativa seriale: ne conosciamo i limiti, ma ci aggrappiamo comunque alle sue promesse.E allora sì, continuerò a leggerlo. Non perché sia perfetto, ma perché – proprio come Jaehyeon – anche noi stiamo cercando qualcosa. Un motivo per credere che il prossimo capitolo, forse, ci sorprenderà. Anche solo per un istante. E se poi dovesse deludere di nuovo? Pazienza. Avremo sempre Reddit per sfogarci.

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