I Mitchell contro le macchine è un film di animazione del 2020 scritto e diretto da Mike Rianda e Jeff Rowe per Sony, rimandato a causa della pandemia ha subito anche un cambio del titolo, in origine Connected, è ora disponibile sulla piattaforma Netflix.
Il film ha un significato profondo che richiama l’attualità, con la disconnessione dalla realtà in favore di una connessione sempre più virtuale che finisce con l’allontanare le persone e distrarle dai loro affetti, ma tratta anche il tema della famiglia, coi genitori che vedono i loro figli crescere e abbandonare il nido. La felicità della realizzazione dei sogni si contrappone con la tristezza nel vedere i figli ormai grandi che devono percorrere la propria strada per poter completare il proprio percorso.
I Mitchell sono una famiglia strampalata, Katie sogna di lavorare nel cinema e si sente incompresa dal resto del mondo e in particolare dal padre Rick, estraneo alla tecnologia che ha deciso di cambiare vita per favorire quella della figlia. Un padre amorevole che però non capisce i desideri della figlia che inizia quindi a sentirsi stretta in quella casa e in quella famiglia e non vede l’ora di scappare lontano per poter concretizzare i sui sogni in un posto dove, finalmente, qualcuno l’avrebbe compresa.
Il forte legame padre – figlia, generato durante l’infanzia e caratterizzato da quell’alce di legno di cui si capirà il vero significato nel corso della visione, è ormai spezzato. Ma qualcosa di imprevedibile arriverà a sconvolgere la tranquilla vita della famiglia ricucendo lo strappo e portando alla ribalta gli strampalati Mitchell.
Lo stile mi ha ricordato un po’ le serie per ragazzi fine anni 90, inizio 2000 con l’introduzione di elementi provenienti dal mondo reale, come ad esempio fotografie o video provenienti da YouTube. Il 3d si sposa con il 2D attraverso l’introduzione di balloon, onomatopee e piccoli fumetti, tutto corredato da una colonna sonora che va a integrarsi perfettamente coi vari momenti narrativi.
Aggiungi commento