I Am Not Legend

Dopo il successo di NYsferatu – Symphony Of A Century – il riadattamento animato del capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau Nosferatu (1922), con cui Andrea Mastrovito ha esordito al cinema nel 2017 – l’artista torna alla regia con il suo secondo film I Am Not Legend. Tratto dal film di culto La notte dei morti viventi di George Romero (1968), questo film rielabora la celebre pellicola, intervenendo direttamente sulle immagini originali della stessa, e stravolgendola completamente. L’artista, infatti, lavora su oltre centomila tavole, ottenute stampando in dimensione A4 tutti i fotogrammi del film di Romero, e cancellando le figure degli zombie con della pittura bianca da ogni singolo foglio. Le tavole, digitalizzate e rimontate in un secondo momento, seguono la nuova sceneggiatura scritta dallo stesso Mastrovito, composta da citazioni tratte da un centinaio di celebri film, romanzi e canzoni. Ancora una volta, il cinema è lo strumento con cui l’autore indaga il tema dell’identità e del rapporto con l’altro, centrali in tutta la sua produzione artistica.

 

I Am Not Legend, infatti, è un vero e proprio “sequel” ideale del suo primo film. Mastrovito approfondisce, con l’introduzione di una nuova tecnica di animazione, la sua pratica in cui immaginari e opere del passato cambiano contesto e vengono utilizzati come metafora e parabola della perdita d’identità e di memoria storica del nostro tempo.

L’immaginario di riferimento, come di consueto per l’artista, spazia dalla letteratura di Italo Calvino e Primo Levi alla storia del cinema da Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979) a Joker (Todd Phillips, 2019), passando attraverso la musica di Beatles, Muse e R.E.M. (solo per citarne qualcuno), per trasmettere i tanti livelli che il film vuole restituire, dalla filosofia alla cultura pop. Un ruolo fondamentale, poi, è giocato certamente dalla musica – centrale nell’edificazione estetica e nell’incedere narrativo – grazie al sofisticato lavoro del compositore irlandese Matthew Nolan e Stephen Shannon, autori della colonna sonora, e a quello di Maurizio Guarini, musicista dei Goblin, autore delle musiche di apertura e chiusura del film.

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