L’Humane AI Pin è arrivato con grandi ambizioni, promettendo di rivoluzionare il mondo dei dispositivi indossabili e ridurre la nostra dipendenza dagli smartphone. Fin dal suo annuncio, il dispositivo ha suscitato attese entusiastiche grazie alla sua proposta innovativa, con intelligenza artificiale avanzata, un chip Qualcomm Snapdragon e l’ausilio di GPT-4 di OpenAI. Il progetto puntava a una nuova era tecnologica, in cui l’interazione non fosse più mediata da uno schermo, ma da comandi vocali e immagini proiettate tramite laser. La promessa era quella di un futuro senza smartphone, ma la realtà si è rivelata ben diversa, con difficoltà tecniche e commerciali che hanno finito per minare le sue ambizioni.
Già al momento del lancio, l’idea di sostituire gli schermi tradizionali con un dispositivo che proiettasse notifiche e risposte vocali aveva catturato l’immaginazione di molti. Tuttavia, l’assenza di un display fisico ha sollevato dubbi sulla praticità di un dispositivo del genere, soprattutto in un mondo dove gli schermi sono diventati il fulcro della nostra interazione quotidiana con la tecnologia. Le prime recensioni sono state impietose, evidenziando un prodotto che appariva ancora acerbo, costoso e con prestazioni non all’altezza delle aspettative. La difficoltà di convincere gli utenti a rinunciare agli smartphone ha portato a una serie di restituzioni e alla difficoltà di soddisfare le proiezioni di vendita.
Lanciato con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dagli smartphone, l’Humane AI Pin non ha trovato la sua strada. L’intelligenza artificiale, pur avanzata, si è dimostrata imprecisa e lenta, mentre la compatibilità con le applicazioni esistenti era limitata. Il tentativo di risollevare le sorti del dispositivo ha portato l’azienda a ridurre il prezzo da 699 a 499 dollari, ma anche questa mossa non è stata sufficiente a far breccia nel cuore dei consumatori, che non hanno trovato un valido sostituto per i loro telefoni. A complicare le cose, il dispositivo richiedeva costi aggiuntivi per batterie extra e abbonamenti mensili obbligatori, che ne hanno ulteriormente scoraggiato l’acquisto.
Ma Humane non si è data per vinta e ha deciso di puntare su CosmOS, un sistema operativo che potrebbe trovare applicazione su una vasta gamma di dispositivi. Dalla gestione della temperatura di un’auto agli smart speaker, fino alle smart TV e ai sistemi in-car, CosmOS si propone come una soluzione versatile che porta l’intelligenza artificiale direttamente in vari aspetti della nostra vita quotidiana. L’idea di separare il software dalle difficoltà dell’hardware sembra essere la chiave per restare competitivi, puntando sulle potenzialità della tecnologia piuttosto che su un dispositivo fisico che, a quanto pare, non è riuscito a soddisfare le aspettative.
Il video promozionale di CosmOS ha mostrato alcune delle sue potenzialità: regolare la temperatura di un’auto, cercare una ricetta con un comando vocale o fornire informazioni su una partita di calcio tramite una smart TV. Le applicazioni sembrano infinite, ma il successo dipenderà dalla disponibilità dei produttori ad adottare il sistema operativo nei propri dispositivi. Se CosmOS riuscirà a conquistare i produttori di tecnologia, potrebbe davvero diventare la nuova piattaforma di riferimento per l’intelligenza artificiale. Tuttavia, l’assenza di un kit per sviluppatori (SDK) e la mancanza di tempistiche certe sull’arrivo del sistema operativo rendono il futuro del progetto ancora incerto.
La strada per il successo non è semplice, soprattutto considerando che negli ultimi mesi le restituzioni dell’Humane AI Pin hanno superato le vendite. Il dispositivo, venduto inizialmente a 699 dollari con un abbonamento mensile di 24 dollari, ha incontrato troppe difficoltà per convincere gli utenti. La transizione a CosmOS sembra essere un tentativo per salvare un progetto che non è mai decollato davvero, ma è ancora troppo presto per prevedere se questa nuova proposta riuscirà a fare breccia nel mercato.
CosmOS potrebbe rappresentare un nuovo capitolo per Humane, ma il successo dipenderà dalla capacità dell’azienda di rendere la piattaforma solida, versatile e interessante per i produttori. Se riusciranno a risolvere i problemi che hanno impedito all’AI Pin di prosperare e a garantire che CosmOS funzioni in modo fluido e utile su una varietà di dispositivi, la startup potrebbe avere una seconda chance nel mondo della tecnologia. Tuttavia, la concorrenza nel settore è feroce, e sarà interessante vedere se l’approccio software di Humane riuscirà a imporsi in un mercato sempre più saturo di innovazioni tecnologiche.