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Quando Hulk Hogan scatena la TrumpMania: Wrestling e Politica a braccetto nella Convention Repubblicana

Ecco a voi, signore e signori, l’ultima trovata nel circo politico americano: Hulk Hogan, il leggendario wrestler diventato icona della cultura pop, ha deciso di strappare la sua maglietta per Donald Trump alla convention repubblicana di Milwaukee. Sì, avete letto bene. Il leggendario Terry Gene Bollea, alias Hulk Hogan, ha rispolverato la sua mossa più famosa per esprimere il suo amore per il tycoon.

Hulk Hogan è un nome che risuona negli annali del wrestling professionistico, diventato famoso negli anni ’80 come il volto della World Wrestling Federation (WWF, ora WWE). Ha trasformato il wrestling in uno spettacolo mainstream grazie al fenomeno di “Hulkamania” e alla sua vittoria nel campionato mondiale WWE del 1984. E adesso, sembra che sia intenzionato a far esplodere la “trumpmania”.

La star del wrestling ha calcato il palco della convention repubblicana con il suo solito fervore, dichiarando: “È il mio eroe!”… Mentre la folla andava in delirio, Hogan ha preso fiato per condannare l’attentato a Trump. “Quando è troppo è troppo”, ha proclamato, prima di eseguire la sua classica mossa da palco: strappare la maglietta con un grido di guerra.

Ecco a voi, un wrestler che non ha mai avuto una storia di attivismo politico, tranne forse per quella buffonata di finta corsa alla presidenza di vent’anni fa, che ora si sente chiamato alle armi. “Ho cercato di tenermi alla larga dalla politica, ma con tutto quello che è successo negli ultimi quattro anni e la scorsa settimana non potevo più restare in silenzio”, ha dichiarato il nostro eroe muscoloso. Certo, perché quando il gioco si fa duro, chi chiamerai? Hulk Hogan, ovviamente.

La serata non poteva concludersi senza qualche parola di elogio per Trump, “il più grande patriota” secondo Hogan, che ha aggiunto: “Io ho conosciuto tipi veramente tosti, ma Trump è il più tosto di tutti”. E giusto per sottolineare il punto, ha ricordato i procedimenti contro il tycoon con un fervore che farebbe invidia a un predicatore della domenica.

A completare questa bizzarra alleanza, è salito sul palco un’altra icona dei combattimenti: Dana White, CEO della Ultimate Fighting Championship (UFC), amico e sostenitore di Trump. Non c’è niente di meglio che una sfilata di lottatori per pompare il morale della folla, giusto? Con il pugno alzato e il grido di battaglia “Fight, fight, fight”, Trump si è assicurato che il popolo Maga abbia un nuovo slogan da urlare al cielo. Quindi, gente, tenetevi stretti i vostri cappellini da wrestling e preparatevi per un altro round di spettacoli politici, perché quando Hulk Hogan scende in campo, la linea tra wrestling e politica si fa più sottile che mai.

Redazione

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