Il geniale e poliedrico Kazuo Umezz torna con un’opera che risveglierà i vostri incubi. Horror Theaterè il nuovo capolavoro del pluripremiato maestro dell’horror, una raccolta delle storie brevi più iconiche e memorabili, che si aggiunge ai già pubblicati Io sono Shingo, Baptism e Orochi.
Il primo volume di Horror Theater raccoglie 6 storie autoconclusive dalle atmosfere cupe e agghiaccianti. 6 racconti disturbanti e spaventosi, ma estremamente affascinanti e appassionanti allo stesso tempo.
Incontreremo una ragazza separata dalla famiglia da piccola che si ricongiunge ai suoi genitori, trovandosi però a dividere la nuova casa con un inquietante e bizzarro bebè che trasformerà la sua vita in un raccapricciante incubo a occhi aperti. E ancora, troveremo un ragazzino che desidera ardentemente che la sua bambola di legno prenda vita, come in una celebre fiaba. Ma, a volte, bisogna fare attenzione a cosa si desidera, perché la realizzazione di un sogno può dare esiti estremamente nefasti… Faremo poi la conoscenza di una ragazza poco fortunata in amore che, vivendo in una società in cui tutto è rapportato all’apparenza esteriore, finisce con l’incolpare il proprio aspetto fisico e decide così di seguire una dieta eccessivamente ferrea, pur di far colpo sul ragazzo di cui è innamorata. Ma quanto potrà resistere alla fame?
In queste, e nelle altre storie raccolte nel secondo e ultimo volume, Kazuo Umezz ci dimostra come spesso la realtà sia ancora più terrificante degli incubi. L’autore attinge a tutta la sua immaginazione, presentando storie intrise di mistero e terrore, nelle quali emergono le tematiche che ricorrono in molte sue opere, come la forte critica alla società e la corruzione dell’animo umano.
Umezz (all’anagrafe Kazuo Umezu) nasce a Koya, nella prefettura di Wakayama, il 3 settembre 1936. Ancora studente, debutta come fumettista nel 1955 con il manga Mori no Kyodai. Nel 1962 si trasferisce a Tokyo e si specializza nel genere horror, realizzando opere di notevole successo come Hebi Shojo (1966), Cat Eyed Boy (1967) e Orochi (1969). La consacrazione ad autentica icona del genere arriva grazie all’inquietante Senrei (1974) e al terrificante Aula alla deriva (1975), con cui ottiene il primo posto al 20° “Shogakukan Manga Award”. Troppo eclettico per limitare la sua creatività al solo genere horror, Umezz riesce a raggiungere un notevole successo anche cimentandosi in altri generi, come nel caso della commedia Makoto-chan (1976) o della parabola drammatico fantascientifica Io sono Shingo (1982), che gli vale il prestigioso “Premio al Patrimonio” al Festival di Angoulême 2018. Oltre che fumettista, Umezz è anche cantautore, attore, personaggio televisivo e, dal 2014, regista.