Il dirigibile LZ 129 Hindenburg era un capolavoro di ingegneria e di eleganza, il più grande oggetto volante mai costruito, capace di trasportare oltre 130 persone tra passeggeri ed equipaggio attraverso l’oceano Atlantico. Era lungo quasi 250 metri, aveva un volume di 200.000 metri cubi e poteva raggiungere una velocità massima di 135 km/h. Era dotato di tutti i comfort, tra cui una sala da pranzo, un salone, una sala scrittura, una biblioteca e persino un pianoforte a coda. Era chiamato così in onore del presidente tedesco Paul von Hindenburg, che aveva sostenuto il progetto e la sua realizzazione.
Il dirigibile Hindenburg fu costruito dalla Luftschiffbau Zeppelin GmbH nel 1935, su progetto di Ludwig Dürr, uno dei più famosi progettisti di Zeppelin. Era il primo di una serie di due dirigibili rigidi destinati al servizio transatlantico, insieme al LZ 130 Graf Zeppelin II. Entrambi i dirigibili erano stati pensati per essere riempiti con elio, un gas inerte e sicuro, ma a causa di un embargo statunitense su questa sostanza, i tedeschi furono costretti a utilizzare l’idrogeno, un gas altamente infiammabile e pericoloso.
Il dirigibile Hindenburg fece il suo primo volo nel marzo del 1936 e completò una doppia traversata atlantica nel tempo record di 5 giorni, 19 ore e 51 minuti nel luglio dello stesso anno. Durante la sua breve ma intensa carriera, effettuò 63 voli, tra cui 17 transatlantici, trasportando oltre 2.600 passeggeri e 160 tonnellate di merci e posta. Fu anche utilizzato per scopi propagandistici dal regime nazista, che lo fece svolazzare sopra le Olimpiadi di Berlino del 1936 e sopra le manifestazioni del Partito Nazionalsocialista.
Il dirigibile Hindenburg divenne famoso in tutto il mondo per le sue imprese aeronautiche, ma anche per la sua tragica fine. Il 6 maggio del 1937, mentre stava atterrando alla base navale di Lakehurst, nel New Jersey, dopo un volo da Francoforte, il dirigibile prese improvvisamente fuoco e si incendiò in pochi secondi davanti agli occhi attoniti degli spettatori. Il disastro causò la morte di 36 persone (13 passeggeri e 22 membri dell’equipaggio), su un totale di 97 persone a bordo. Le cause dell’incendio non sono mai state chiarite con certezza, ma tra le ipotesi più accreditate ci sono quelle di una scintilla elettrica causata da un fulmine o da una scarica statica, o di un sabotaggio da parte di un passeggero o di un membro dell’equipaggio.
L’incidente dell’Hindenburg segnò la fine dell’era dei dirigibili rigidi e della loro aspirazione a diventare il mezzo di trasporto del futuro. Tuttavia, il dirigibile Hindenburg lasciò anche un segno indelebile nella cultura popolare, ispirando opere letterarie, cinematografiche, musicali e artistiche di vario genere.
Tra le più note possiamo citare:
– Il film “Hindenburg” del 1975, diretto da Robert Wise e interpretato da George C. Scott e Anne Bancroft, che racconta gli ultimi giorni del dirigibile e propone la teoria del sabotaggio.
– La leggendaria scena del film “Indiana Jones e l’Ultima Crociata“, in cui Indy si finge un cameriere dello zeppelin per salvare il padre da un controllo documenti inaspettato…
– Il romanzo “La svastica sul sole” del 1962, scritto da Philip K. Dick e ambientato in un mondo alternativo in cui i nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e usano i dirigibili come mezzi di trasporto e di dominio.
– La canzone “Stairway to Heaven” del 1971, composta dai Led Zeppelin e considerata una delle più belle canzoni rock di tutti i tempi. Il nome della band si ispira proprio ai dirigibili Zeppelin, e la copertina del loro primo album raffigura il disastro dell’Hindenburg.
Questi sono solo alcuni esempi di come il dirigibile Hindenburg abbia stimolato la fantasia e la creatività di molti artisti e autori, che hanno saputo cogliere il fascino e il mistero di questo gigante dei cieli, simbolo di un’epoca e di un sogno mai realizzato.