“Heroes of Jin Yong” è il nuovo ambizioso open-world AAA cinese che promette di riportare in vita la cultura Wuxia, un genere che ha conquistato il cuore di milioni di appassionati grazie alle sue storie di eroi leggendari e combattimenti mozzafiato. Il gioco, noto anche come “The Legend of Quanyong Heroes”, si prepara a sfidare titoli di calibro internazionale come “Black Myth: Wukong”, puntando a superarne la realizzazione tecnica e visiva.
Sviluppato con l’Unreal Engine 5, “Heroes of Jin Yong” mostra un comparto grafico che, stando alle prime impressioni, potrebbe persino battere quello di “Black Myth: Wukong”. La mappa, estesa per ben 960 km², offre uno degli ambienti di gioco open world più vasti e dettagliati mai visti, promettendo un’esperienza d’esplorazione profonda e ricca di contenuti. Sebbene la data di lancio ufficiale non sia ancora stata annunciata, si prevede che nuovi dettagli, trailer e gameplay vengano svelati nel 2025, con una release completa nel 2027, dopo una possibile beta nel 2026.
La collaborazione con Sony è un ulteriore segno dell’interesse che il gioco ha suscitato nel settore: sarà infatti disponibile in esclusiva su PlayStation 5, con una versione anche per PC. Non è ancora chiaro se il titolo faccia parte del China Hero Project, il programma volto a supportare lo sviluppo di giochi di qualità in Cina, o se segua la stessa traiettoria di “Phantom Blade 0”. Quello che è certo è che la comunità di appassionati di giochi cinesi e open world è in fermento per questa nuova IP che ha tutte le carte in regola per diventare una delle più grandi del suo genere.
Tuttavia, dietro l’entusiasmo per le sue promesse tecniche si cela una scelta controversa che ha fatto storcere il naso a molti: l’uso massiccio dell’intelligenza artificiale generativa (AIGC) per accelerare lo sviluppo. Il team di sviluppo, CreateAI (precedentemente nota come TuSimple), ha dichiarato che l’uso di AIGC permetterà loro di ricreare paesaggi cinesi “autentici” e di costruire un mondo spettacolare, ma non mancano le perplessità. Se da un lato l’AI può velocizzare la produzione, dall’altro potrebbe privare il gioco di quell’anima che solo l’intervento umano, con la sua comprensione delle tradizioni e delle sfumature culturali, è in grado di conferire.
La cultura Wuxia, intrinsecamente legata alla tradizione cinese, merita di essere trattata con rispetto e attenzione, non come un algoritmo che produce scenari perfetti ma privi di quella passione che ne fa il cuore pulsante. I combattimenti coreografici, i valori e le emozioni che animano questo genere dovrebbero essere il frutto di un lavoro creativo e umano, non solo un risultato ottenuto tramite righe di codice. Eppure, quando l’intelligenza artificiale diventa il cuore del processo creativo, il rischio è quello di ottenere mondi di gioco privi di spessore, personaggi che sembrano burattini e storie che non riescono a toccare il cuore dei giocatori.
L’uso dell’intelligenza artificiale, quindi, solleva interrogativi importanti sulla direzione che sta prendendo l’industria videoludica. Se l’obiettivo è davvero quello di creare un gioco autentico e coinvolgente, allora non si può fare a meno di chiedersi se “Heroes of Jin Yong” sarà davvero all’altezza delle sue promesse. Un titolo che si presenta come una delle ambizioni più grandi nel panorama dei giochi open world cinesi rischia di diventare, se non trattato con la giusta sensibilità, l’ennesimo esempio di come il profitto possa soffocare la passione e la creatività.
Nonostante le polemiche, “Heroes of Jin Yong” rimane uno dei giochi più attesi degli anni a venire, con la speranza che, alla fine, la sua realizzazione riesca a rispettare l’eredità culturale che si propone di celebrare.