Robert Zemeckis è un regista che ha segnato la storia del cinema, con film che sono ormai pietre miliari della cultura popolare. Dai classici come Forrest Gump e Cast Away a Polar Express e Chi ha incastrato Roger Rabbit, Zemeckis ha sempre avuto il talento di mescolare innovazione tecnologica e narrazione emozionante, creando storie che rimangono nel cuore del pubblico. Con il suo ultimo lavoro, Here, il regista torna a esplorare il tema del tempo, ma lo fa in una forma completamente nuova, regalando un’esperienza cinematografica che viaggia attraverso il passato, il presente e il futuro.
Here è tratto dalla graphic novel omonima di Richard McGuire, e pur mantenendo la bellezza visiva dell’opera originale, il film si trasforma in qualcosa di unico. La narrazione non lineare si concentra su un singolo punto nello spazio, che però attraversa epoche diverse. Il film ci porta in un viaggio che esplora la vita e i ricordi, in un continuo gioco tra il tempo e lo spazio. Il risultato è una riflessione sul valore del “qui e ora”, un concetto che Zemeckis esplora con maestria.
Una delle innovazioni più interessanti del film è la sua struttura narrativa: Zemeckis divide lo schermo in più riquadri, consentendoci di vedere simultaneamente eventi che si svolgono in tempi diversi. Questa tecnica non solo affascina visivamente, ma rispecchia anche il cuore del film, che è quello di sovrapporre momenti, ricordi ed esperienze, come se il tempo e lo spazio fossero in costante evoluzione. La casa in cui si svolge la maggior parte della storia diventa il simbolo di questa continua trasformazione, una sorta di “disgelo del paesaggio” che ci rimanda al pensiero del filosofo Bruno Latour.
La trama segue una coppia, Richard e Margaret, interpretati da Tom Hanks e Robin Wright, che vivono in questa casa nel corso dei decenni. Il film racconta le loro difficoltà con il matrimonio, la nascita di una famiglia e le sfide della vita. Tuttavia, la vera protagonista non è la coppia, ma la casa stessa, che, nel suo cambiamento, simboleggia il nostro rapporto con il tempo. In Here, la casa non è un luogo statico, ma uno spazio che evolve insieme alle persone che lo abitano.
Un altro elemento distintivo di Here è l’uso della tecnologia. Zemeckis, noto per la sua abilità nel sperimentare con la tecnica, sfrutta il de-aging digitale per far sì che gli attori interpretino i loro personaggi in diverse fasi della vita. Questo espediente, unito alla velocità di rendering della CGI, crea un effetto visivo che mette in evidenza la transitorietà del tempo, mostrando sia la sua immobilità che il suo movimento incessante. Zemeckis ci invita a riflettere su come la tecnologia possa, al tempo stesso, fermare il tempo e mostrarne il continuo fluire.
Ma il film non si limita a riflettere sulla natura del tempo: Here è anche una meditazione profonda sul nostro rapporto con l’immagine. In un’epoca in cui siamo sovrastati da schermi e frammenti di realtà, il film ci interroga sulla possibilità di trovare un punto di fuga, un luogo da cui osservare il caos che ci circonda. I personaggi sembrano sempre cercare di sfuggire alla staticità del presente, ma i luoghi, come radici invisibili, li attirano inevitabilmente di nuovo, ricordando che la nostra relazione con il passato è una forza che non possiamo ignorare.
La casa come punto di ritorno è uno dei temi centrali di Here. Zemeckis esplora come i luoghi siano legati ai ricordi che definiscono la nostra esistenza. Una delle scene più potenti del film è quella in cui Richard, ormai anziano, porta Margaret, affetta da demenza, in una casa vuota. Questo momento, carico di emozione, ci ricorda che, nonostante il tempo passi e le persone cambino, ci sono luoghi che rimangono impressi nella nostra memoria. La casa non può mai essere davvero abbandonata, anche quando cerchiamo di farlo. Here è un film che, pur prendendo ispirazione da una graphic novel, si trasforma in una riflessione filosofica sulla nostra relazione con il tempo e lo spazio. Zemeckis dimostra ancora una volta di essere un maestro nel fondere tecnologia, emozioni e narrazione, portandoci a riflettere sul nostro posto nel mondo e sulla fugacità della vita. Con una struttura originale, un’innovazione tecnica straordinaria e una storia che tocca il cuore, Here è una pellicola che rimarrà nella memoria degli spettatori, come uno dei lavori più affascinanti e commoventi del regista.
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