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Come Star Wars ha rivoluzionato il Marketing Cinematografico

Guerre Stellari non fu solo una pietra miliare del cinema, ma anche una rivoluzione nel campo del marketing e del merchandising. La pellicola, che avrebbe dato vita a un impero senza precedenti, riuscì a riscrivere le regole del mercato e a costruire le fondamenta di quello che sarebbe diventato uno dei franchise più redditizi della storia del cinema. Quando George Lucas e la sua Lucasfilm presentarono Star Wars alla 20th Century Fox, la visione di un universo cinematografico condiviso, un’epopea spaziale ricca di personaggi indimenticabili e storie avvincenti, si intrecciava con una strategia promozionale che avrebbe segnato una nuova era nell’industria dell’intrattenimento.

Inizialmente, la 20th Century Fox non riponeva molte speranze nel successo del film. Nonostante l’entusiasmo di Lucas, la casa di produzione decise di limitare la distribuzione e, al lancio, il film venne accompagnato da un trailer quasi muto e da poster senza immagini. Tuttavia, Star Wars avrebbe presto infranto ogni previsione e, grazie anche a una campagna promozionale innovativa, divenne un fenomeno globale. Fu proprio nel 1977 che la Lucasfilm iniziò a mettere in atto una strategia di licenze che avrebbe portato la sua visione a sfociare in un vero e proprio “blockbuster”, ma soprattutto a far nascere l’immenso impero finanziario che oggi conosciamo.

La strategia di marketing si concentrò immediatamente sul merchandising, e l’estate del 1977 vide una frenetica produzione di articoli legati al film. La Fox, vedendo il crescente successo della pellicola, decise di produrre 200 copie di un doppio vinile della colonna sonora, accompagnato da un poster del film. A fine giugno, furono spedite più di 200.000 copie, un risultato straordinario che dimostrò il potenziale del merchandising legato al film. La vera svolta avvenne nei cinema. Nei primi giorni di proiezione a Los Angeles, il cinema Mann’s Chinese Theater si trovò di fronte a una proposta di vendita di gadget Star Wars prodotti dalla George Fenmore Associates. Inizialmente, Ted Mann, il proprietario del teatro, declinò l’offerta. Tuttavia, pochi giorni dopo, quando Star Wars era già diventato il film dell’estate, decise di ordinare 5.000 gadget, un ordine che si aggiungeva a quelli di altri cinema e che alimentava un mercato da mezzo milione di pezzi.

Ted Mann, tra l’altro, fu uno dei pochi a credere nel potenziale di Star Wars. Infatti, la vera ragione per cui il film venne proiettato al Mann’s Chinese Theater fu il ritardo nella produzione di Sorcerer della Universal, un film che non riuscì ad arrivare in tempo per la stagione estiva. Quando Sorcerer si rivelò un fiasco, Mann decise di riproporre Star Wars, che a quel punto era già esploso nel panorama cinematografico. La decisione si rivelò vincente, con il film che divenne la pellicola di punta della stagione.

Nel frattempo, Charles Lippincott, responsabile marketing della Lucasfilm, comprese subito l’importanza di estendere il fenomeno Star Wars a un pubblico più vasto, e così decise di chiedere alla Marvel Comics di distribuire una serie di fumetti ispirati al film. La Marvel, seppur inizialmente scettica, accettò un accordo che prevedeva il pagamento dei diritti alla Lucasfilm solo se le vendite avessero superato le 100.000 copie. Questo traguardo fu rapidamente raggiunto, tanto che il successo del fumetto contribuì a risollevare le finanze della Marvel, che si trovava in difficoltà economiche. Il fenomeno Star Wars aveva avuto un impatto tanto forte da essere in grado di salvare una delle case editrici più famose del mondo.

Nel contesto di una campagna promozionale senza precedenti, il marchio Star Wars invase il mercato. Aziende di ogni tipo si affrettarono a inserire il logo del film in qualsiasi prodotto potesse garantire il successo commerciale. Tra le produzioni più celebri ci furono le t-shirt con slogan come “May the Force be with You” e “Wookiees Need Love Too”, prodotte dalla Factors Etc. Queste t-shirt divennero subito un must-have per i fan di ogni età, e vennero vendute in ogni cinema, anche da rivenditori non autorizzati. Ma il vero colpo di genio arrivò dalla catena di fast food Burger King, che lanciò una serie limitata di bicchieri ispirati ai personaggi del film: Darth Vader, Chewbacca, Luke Skywalker e i droidi C-3PO e R2-D2. La campagna pubblicitaria, con uno spot televisivo di 30 secondi, garantì il successo commerciale, rendendo i bicchieri un oggetto da collezione per i fan.

Tuttavia, nessun prodotto di merchandising ebbe lo stesso impatto delle action figures e dei modellini che avrebbero accompagnato i successivi film della Trilogia Originale. Questi articoli, che sarebbero diventati il simbolo del fenomeno Star Wars, rappresentano uno degli esempi più significativi di come un film possa influenzare non solo la cultura popolare, ma anche il mercato globale. Con il successo del merchandising, Star Wars era destinato a diventare non solo una saga cinematografica, ma un marchio mondiale, capace di dominare la scena culturale e di produrre profitti che avrebbero sorpassato qualsiasi previsione.

In sintesi, Star Wars nel 1977 non solo segnò una pietra miliare nel mondo del cinema, ma anche una rivoluzione nel marketing e nel merchandising, creando una base solida per uno dei più grandi imperi finanziari della storia del cinema. Con la sua combinazione di narrazione epica e una strategia promozionale visionaria, Star Wars divenne un esempio che avrebbe influenzato innumerevoli franchise successivi, dimostrando che il potere di un brand è tanto forte quanto la sua capacità di entrare nella vita quotidiana delle persone.

Fonte: Angelica Busato, “Dal collezionismo alle mostre: la svolta espositiva del merchandising cinematografico

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