“Ci sono tre regole da seguire” con questa frase, dettata come un comandamento, si apriva la prima scena di quello che sarebbe diventato negli anni ’80 uno dei film dark comedy più famosi e memorabili nel cuore e nella mente di noi tutti teenagers e non solo che oggi compie quarant’anni! E non poteva mancare lo zampino di un allora giovane bambinone come Steven Spielberg a regalarcelo … anzi a produrcelo! Sto parlando di Gremlins, miei cari figli degli anni ’80, un film uscito nelle sale nordamericane l’8 giugno 1984, lo stesso giorno di Ghostbusters che apparentemente sembra una favoletta per bambini ma che in realtà nasconde tante piccole curiosità sul progetto e la sua realizzazione.
Il film nasce da un idea di Chris Columbus (il regista di Mamma Ho Perso L’Aereo) dopo che egli sentì un rumore brulicante di topi nel suo piccolo appartamento a Manhattan, quando ancora frequentava la scuola di cinema a New York, e da li, nella sua mente, presero forma dei mostriciattoli muta forma che vivono nell’oscurità. Columbus trasse anche ispirazione, pensate un po’, dalle leggende del folklore che raccontavano di esseri piccoli, dispettosi e con denti affilatissimi che sabotavano i velivoli dell’aviazione Britannica Royal Air Force, negli anni venti. Roal Dahl, ex aviatore inglese nel 1942, dopo un incidente aereo, scrisse un libro per bambini intitolato proprio “The Gremlins“ che fu letto perfino da Walt Disney che decise di pubblicarlo, per cui il titolo del film non è una scelta casuale. Columbus decise di elaborare la storia, inserendo anche alcuni elementi di tradizioni e mitologie orientali, da lì il termine “Mogwai”, che in cinese significa “mostro / demone” e che sarà dato a Gizmo, il mostriciattolo protagonista, un cucciolotto tenero e peloso che assomiglia a una scimmietta di colore bianco e marrone come i cani della razza cavalier spaniel, che tanto piacciono al produttore. E dobbiamo ringraziare proprio Steven Spielberg per averlo fatto diventare un piccolo eroe e mascotte, poiché all’inizio l’idea era quella di farlo diventare cattivo per trasformarsi nella sua terribile nemesi ‘Stripe’, che nel film è un altro Mogwai col ciuffo bianco.
E per saperne di più su questa razza (I Mogwai appunto), lo scrittore George Gipe ce la fa conoscere meglio in un suo libro, dove scopriamo che sono esperimenti di uno scienziato di nome Mogturmen che voleva mandarli come diplomatici galattici su altri pianeti per ripristinare la pace in ogni società (ecco spiegato, tra l’altro, il perché nel film il vecchio Mr. Wing sottintende che gli uomini non sono esseri così responsabili da volere uno stato di pace) ma scoprendo il loro lato negativo Gremlin, è costretto a sospendere gli esperimenti su di loro ma… troppo tardi.
Tornando alla storia del film, voi non ci crederete, ma doveva essere un horror in piena regola e molto più raccapricciante! Per la regia, inizialmente era stato scelto Tim Burton ma alla fine si dirottò su Joe Dante che aveva girato un episodio di ‘Ai Confini Della Realtà’ un anno prima.
Lo script iniziale prevedeva che i Gremlins mangiassero il cane del protagonista, decapitassero la madre e lanciassero la sua testa giù per le scale e infine banchettassero in un McDonald divorando i clienti, sicuramente qualcosa di shoccante soprattutto per un prodotto destinato ai più giovani! Ma Spielberg e altri produttori insistettero che doveva per l’appunto essere un film per famiglie e la Warner Bros aveva intenzione di farlo uscire per Natale (da qui l’ambientazione natalizia), ma per non competere con ‘Indiana Jones E Il Tempio Maledetto’ e ‘Ghostbusters’, che sarebbero usciti proprio in quel periodo, Gremlins dunque dovette uscire d’estate e fu il film più visto del 1984.
La storia, penso la conoscete tutti, il giovane Billy, studente e appassionato di fumetti, riceve per Natale dal papà inventore, un cucciolo di Gremlin acquistato in un negozietto di Chinatown ma deve fare attenzione a non bagnarlo mai altrimenti si moltiplica e deve tenerlo lontano dalla luce perché gli dà fastidio e, inoltre, non farlo mangiare dopo la mezzanotte, altrimenti succede una catastrofe…. Ovviamente le regole non vengono rispettate ed ecco che Gizmo si moltiplica e diventa anche soggetto a bullismo da parte dei suoi cloni che si dimostrano a dir poco indisciplinati! E, dopo aver mangiato di tutto molto dopo la mezzanotte (per colpa di un orologio mal funzionante), si trasformano in quella che è la loro vera natura: esseri verdognoli e squamosi simili ai Goblin capitanati da Stripe (in lingua originale doppiato da Frank Welker, la voce di Megatron dei Transformer) e che nella versione italiana sarà chiamato sempre Ciuffo Bianco per la sua capigliatura. All’epoca non esisteva la CGI, per cui i produttori pensavano di far recitare delle scimmiette mascherate, ma gestirle sarebbe stato troppo complicato per cui si impiegò l’utilizzo di pupazzi animatronici che costavano tra i 30 e 40 mila dollari e che venivano costantemente controllati, perché c’era la paura che qualcuno del set li rubasse.
Ogni tanto, inoltre, questi pupazzi creavano qualche grattacapo alla troupe a causa del loro continuo malfunzionamento tanto che i tecnici dovettero dormire sul set e si dovette sperimentare parecchio su alcune trovate: ad esempio la scena di un Gremlin che esplode nel microonde è il risultato di un semplice utilizzo di palloncini ripieni di liquido che però raggiungevano l’effetto voluto.
E ora preparatevi vi racconto di un po’ di chicche che mai vi sareste immaginati di leggere!
Partiamo dalla cittadina in cui è ambientata la storia: Kingston Falls (in origine usata come set per il primo episodio di Ai Confini Della Realtà), altro non è che è High Valley, lo scenario dove un anno dopo sarà ambientato Ritorno Al Futuro! E la voce tenera di Gizmo è di Howie Mandel, noto conduttore televisivo e attore comico Canadese che grazie a un gioco di tonalità di voce è riuscito a creare un suono inconfondibile per il personaggio. Poi ci sono anche dei camei, come quello di Chuck Jones, il papà dei Looney Toons, che Billy incontra in un bar (scelto apposta dal regista per essere stato suo fan da bambino). In un vecchio corto di Bugs Bunny del 1943, tra l’altro, appare un Gremlin su un aereo della seconda guerra mondiale. Anche Jerry Goldsmith, appare. Il compositore delle musiche del film è nella scena della Convention, dove il padre di Billy parla al telefono con la moglie, e proprio in questa scena c’è pure lui: Steven Spielberg, che passa guidando una golf car con una gamba ingessata.
E poi non potevano mancare diversi citazioni e omaggi dei suoi film.
Al quinto minuto della pellicola compare un cartellone con scritto Rockin Ricky Rialto con disegnato un tipo che assomiglia stranamente ad Indiana Jones! All’ottavo minuto, il protagonista passa davanti a un cinema con sopra l’insegna che riporta i titoli provvisori di E.T. e Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo (Cioè A Boy’s Life e Watch The Skies). Poi, si intravede in camera di Billy un poster arrotolato di Ai Confini Della Realtà (guarda caso Spielberg e Dante avevano lavorato insieme per quella serie). Alla fine del film Ciuffo Bianco alias Stripe presso un negozio di giocattoli si nasconde in mezzo a un mucchio di peluche e tra questi compare un pupazzo di ET. Nel cast troviamo poi il compianto Dick Miller che avevamo visto anche in Terminator, qui nel ruolo di Murray Futterman, che conosce bene i Gremlins come sabotatori e fa proprio riferimento alle leggende da cui lo sceneggiatore del film ha preso spunto. E poi ci sono tanti omaggi al cinema, dalla Vita E’ Meravigliosa di Frank Capra, All’invasione Degli Ultracorpi, dal robot Robby del Pianeta Proibito, a Biancaneve E i Sette Nani (omaggio a Disney) fino a Non Aprite Quella Porta quando Stripe attacca Billy con la motosega.
Gremlins fu il primo film a riportare il logo dell’Amblin Entertainment, prima casa di produzione di Spielberg, e riscosse un grande successo al botteghino tanto da incassare 148 milioni di dollari, partendo da un budget di 11 milioni, e il successo lo si ottenne soprattutto a livello di oggettistica. Dite la verità: a quanti di voi è mai capitato tra le mani il peluche di Gizmo della Kenner che scosso su e giù emetteva una specie di squittio che doveva simulare il suono tipico che si udiva nella pellicola? In ogni caso Joe Dante, Chris Columbus e Steven Spielberg, durante i primi anni ì90 ci provarono di nuovo con il secondo capitolo chiamato: “La Nuova Stirpe”, esagerando un po’, creando innumerevoli nuove creature, una più bizzarra dell’altra (compaiono anche la Gremlin femmina e il Gremlin intellettuale parlante) e riconfermando il cast del primo film con un Billy non più studente ma architetto di un grande e futuristico centro commerciale, costruito al posto del negozietto cinese, dove tutto ha avuto inizio.
Gremlins negli anni ’80 fu un grande evento mediatico, tanto da far scuola a tanti altri film con dei mostriciattoli come protagonisti. Ad esempio: Critters, per citarne uno. Ma come accade a tanti film non fu risparmiato dalle critiche, come quelle ricevute dagli afroamericani, i quali sostenevano di essere stati ridicolizzati, visto che le creature mostruose erano alle prese con la break dance e la black music. Gremlins fu oggetto anche di trasposizioni videoludiche, come il primo videogioco, uscito nell’84 su Atari 2600, in cui chiunque poteva essere Billy, acciuffando tutti i Mogwai per poi risbatterli nelle gabbie entro un tempo limite. Ancora oggi, a distanza di vent’anni, rimane un cult, tanto che si vocifera l’idea di realizzarne una serie animata che potrebbe fare da ponte tra i due film, ma ciò non è stato ancora ufficializzato. Ad essere sinceri preferiremmo un terzo film… ma staremo a vedere.
Se qualcuno di voi non lo ha ancora visto, consiglierei di mettersi comodo e di concedersi la visione, ma attenzione… se il vostro condizionatore d’aria si mette a fare i capricci o la vostra lavatrice impazzisce o la vostra TV si oscura all’improvviso, prima di chiamare il tecnico, accendete le luci… guardate in tutti gli armadi, i cassetti, e sotto tutti i letti… perché non si sa mai… può darsi che in casa vostra sia capitato uno di loro…
Gianluca Pistoia
tratto da