“Grand Blue Dreaming” è un manga che, fin dalle prime tavole, dimostra di saper mescolare sapientemente il demenziale e il comico, ma con una profondità che riesce a catturare anche chi, come me, è un’appassionata di prodizoni nipponiche. Scritto da Kenji Inoue e disegnato da Kimitake Yoshioka, è un’opera che, pur nascendo come un racconto che avrebbe dovuto trattare delle immersioni subacquee, si svela ben presto come una commedia che si fonda sull’assurdo e sull’esagerato. Pubblicato per la prima volta nel 2014 sulla rivista “Good! Afternoon” di Kodansha, questo manga è stato in grado di guadagnarsi un posto di rilievo nel panorama degli shonen e seinen comici, grazie alla sua originalità e al suo approccio spassoso e talvolta volgare.
La trama, che sembra semplice all’inizio, ruota attorno alla vita di Iori Kitahara, un giovane che si trasferisce nell’Izu Peninsula per cominciare la sua carriera universitaria. Il suo soggiorno è presso l’ostello di suo zio, “Grand Blue”, un negozio di diving che, come si scopre ben presto, è il centro di una serie di eventi al di fuori di ogni immaginazione. Ciò che inizia come un manga che potrebbe sembrare un inno alla bellezza e alla profondità del mare, si trasforma subito in un susseguirsi di situazioni esagerate che vedono protagonisti un gruppo di giovani uomini dediti più al bere, ai festeggiamenti e agli scherzi che non alle vere immersioni. Eppure, nonostante il tema di fondo sembri essere il diving, questo viene quasi relegato a una parte marginale, mentre l’autore si concentra su una rappresentazione esagerata della vita universitaria, delle dinamiche di amicizia e delle disavventure tipiche dei ragazzi di quell’età.
Uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente è l’approccio grafico. I disegni di Yoshioka sono incredibilmente dettagliati e riusciti. Le espressioni facciali dei protagonisti, in particolare, sono capaci di strappare più di una risata, e ogni vignetta è costruita per enfatizzare i momenti comici in modo straordinario. Non solo le espressioni di rabbia o sorpresa, ma anche quelle più sottili, come un sorriso ironico o una risata nervosa, vengono tratteggiate con tale maestria che sembrano saltare fuori dalla pagina, comunicando perfettamente il tono del manga. E quando si parla di sott’acqua, anche se le scene di immersioni sono poche, la qualità dei disegni in quelle rare occasioni è mozzafiato. I pesci, i cetacei, e i fondali marini sono raffigurati con una tale cura che è impossibile non rimanere affascinati dal gioco di luci e ombre che Yoshioka riesce a creare. La sensazione di trovarsi sotto il mare, o di osservare un acquario, è tangibile grazie all’uso magistrale dei chiari scuri che donano profondità alle scene.
Anche se non è un manga privo di fanservice, il tipo di fanservice presente in “Grand Blue Dreaming” è sempre trattato in maniera leggera e comica, mai invadente. Nonostante alcuni momenti possano sembrare volutamente esagerati e talvolta volgari, non risultano mai fastidiosi, ma si inseriscono perfettamente nel contesto esagerato che il manga propone. Il tono demenziale, sebbene talvolta spinga ai limiti del volgare, è uno degli elementi che lo rende particolarmente divertente per chi cerca una lettura che sappia far ridere senza troppe pretese.
Il manga di Inoue è un vero e proprio viaggio nella vita universitaria, ma una versione decisamente sopra le righe. La trama si sviluppa spesso in mini archi narrativi che raccontano, con un ritmo serrato, le folli avventure di Iori e dei suoi amici. La presenza di alcool, donne e una serie di comportamenti esagerati sono il perno su cui si basa l’umorismo della storia, ma quello che rende “Grand Blue” un’opera unica nel suo genere è la capacità di mantenere un certo grado di realismo, pur nelle sue situazioni esagerate. A differenza di altri manga comici, che spesso rompono la quarta parete e giocano con il lettore, questo manga si mantiene più ancorato a una realtà che, pur deformata per fini comici, risulta comunque riconoscibile.
Da appassionata di anime e manga, posso dire che “Grand Blue Dreaming” è un’opera che mi ha fatto ridere a crepapelle, ma che mi ha anche colpito per la sua capacità di affrontare temi come l’amicizia, la vita universitaria e la crescita personale in modo originale e sopra le righe. Il suo umorismo non è mai forzato e riesce a entrare nel cuore del lettore proprio grazie alla naturalezza con cui i personaggi si comportano. Sebbene non sia un manga che possa soddisfare chi è alla ricerca di una trama profonda o di scene di immersione subacquea realistiche, “Grand Blue” è un’interpretazione brillante e divertente della vita universitaria, con quella dose di follia che solo un manga giapponese può offrire. Consiglio “Grand Blue” a chiunque cerchi un manga in grado di far ridere con situazioni assurde e personaggi ben caratterizzati. Non aspettatevi una storia sulla subacquea, ma piuttosto un’esplosione di comicità e di momenti esilaranti che vi terranno incollati alle pagine fino all’ultimo capitolo.
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