Dopo aver catturato l’immaginario collettivo e costruito un fandom devoto, Good Omens è destinato a chiudere il sipario con un colpo di scena amaro. La terza stagione, tanto attesa per portare a compimento le intricate vicende di Aziraphale e Crowley, non vedrà mai la luce. Al suo posto, i fan dovranno accontentarsi di uno speciale di 90 minuti, scritto da un nuovo sceneggiatore, che avrà il difficile compito di tirare le fila di una storia che sembrava prepararsi a un epico atto finale. La decisione di cancellare la stagione completa è arrivata come un fulmine a ciel sereno, e la ragione è altrettanto scioccante: le accuse rivolte a Neil Gaiman hanno interrotto i lavori, lasciando la produzione nell’incertezza e i fan nel disappunto.
Il percorso di Good Omens: tra ironia e visioni apocalittiche
Fin dalla sua prima apparizione su Amazon Prime Video, Good Omens ha saputo restituire lo spirito del romanzo di Terry Pratchett e Neil Gaiman, “Buona Apocalisse a tutti!”, in una trasposizione che ha trovato un equilibrio perfetto tra comicità dark, tensione drammatica e una profonda riflessione sui temi del bene e del male. La prima stagione, esplosiva e divertente, ci ha mostrato il tentativo surreale di evitare l’Apocalisse; Crowley, il demone eccentrico, e Aziraphale, l’angelo dai modi gentili, sono diventati subito un duo iconico. La seconda stagione ha esplorato più a fondo la loro relazione, regalando ai fan momenti di intimità e una narrazione che ha sfiorato le corde più umane del soprannaturale.
Una terza stagione che sembrava già un finale perfetto
L’annuncio di una terza stagione conclusiva aveva fatto battere il cuore dei fan: sarebbe stato il tributo finale, non solo per concludere la storia dei protagonisti, ma anche per rendere omaggio alla visione di Gaiman e Pratchett. Le vicende della terza stagione, con un’Apocalisse minacciosa di ritorno e un Crowley e Aziraphale distanti, avevano promesso di riportare la tensione alle stelle, con l’ombra di un dramma mai risolto tra i due e la loro difficoltà di comunicare per salvare l’umanità. Perfino gli attori, Michael Sheen e David Tennant, si erano detti entusiasti all’idea di tornare a dare vita ai loro personaggi in un finale grandioso.
L’interruzione improvvisa: le accuse contro Gaiman
Ma ciò che avrebbe dovuto essere il grande epilogo è stato stroncato bruscamente. Poche settimane fa, accuse pesanti contro Neil Gaiman, che ha negato ogni addebito, hanno interrotto la pre-produzione. In seguito, Amazon ha deciso di sospendere definitivamente la stagione e optare per uno speciale che concluda, per quanto possibile, la serie. Gaiman, per evitare ulteriori disordini, ha scelto di farsi da parte, lasciando a un altro scrittore l’onere di concludere la storia che lui e Pratchett avevano iniziato a delineare oltre trent’anni fa. Questo gesto, secondo Gaiman, non equivale a un’ammissione di colpa, ma è stato un tentativo di permettere alla serie di avere un finale, per quanto ridotto. Tuttavia, la cancellazione della terza stagione ha sollevato sentimenti di amarezza: i fan di Good Omens, legati non solo ai personaggi ma anche all’eredità di Pratchett e Gaiman, si sono sentiti traditi da una conclusione che non potrà mai essere quella che avevano sognato.
Un’eredità incompiuta e una speranza infranta
La grandezza di Good Omens, oltre alla brillante scrittura, è stata il risultato dell’incredibile alchimia tra Tennant e Sheen, i cui personaggi incarnavano la complessità delle scelte morali e il significato delle amicizie che trascendono il bene e il male. La terza stagione avrebbe potuto approfondire queste tematiche, esplorando il libero arbitrio, il confine tra giusto e sbagliato, e il valore delle relazioni in un mondo in bilico tra la distruzione e la redenzione. Ora, con solo 90 minuti per concludere, sarà difficile che lo speciale possa rendere giustizia a una serie che ha avuto tanto da dire sul nostro mondo e le nostre vite.
Mentre i fan restano sospesi tra delusione e tristezza, la cancellazione della terza stagione rappresenta, in molti sensi, la perdita di un’opera che avrebbe potuto lasciare un segno ancora più profondo nella cultura pop. Buona Apocalisse a tutti!