Ricorrono i quarantacinque anni dalla prima trasmissione Rai di Goldrake: un appuntamento importante per tutti gli appassionati di animazione giapponese. Ripercorriamo quel momento, i temi e il significato che questo appuntamento ha per gli spettatori di ieri e di oggi. Ogni passione che si rispetti ha il suo punto d’origine, il momento dal quale si può dire tranquillamente che “tutto è iniziato”. A volte è perduto nella memoria, nebuloso e difficile da rintracciare, in altri casi invece è lì, pronto soltanto a essere festeggiato in occasione di importanti ricorrenze.
Per i fans italiani di animazione giapponese quel momento è stato il 4 aprile 1978, quando il Secondo Canale Rai trasmise, alle ore 18.45, la prima puntata di Ufo Robot Goldrake (al tempo Atlas Ufo Robot). Non era il primo anime che si vedesse in Italia, sia chiaro, ma è stato il primo a rivendicare il suo essere altra cosa rispetto a quanto si vedeva solitamente sullo schermo, distante per questo sia da Vicky il vichingo che da Heidi, che avevano un design più morbido e si rifacevano a iconografie occidentali.
E, come la storia ormai ci insegna, non è stato certamente l’ultimo, avendo anzi dato il via a una vera e propria “invasione” di prodotti animati che hanno cambiato il modo di fruire la televisione e il cartoon stesso. Un’invasione che ha avuto l’effetto di una vera e propria valanga, destinata in pochi anni a cambiare definitivamente il volto della nostra televisione.
Sarà anche il fatto che Ufo Robot Goldrake faceva appello a un genere per sua natura “alieno” come la fantascienza (che nello stesso periodo invadeva le sale: l’uscita italiana di Guerre stellari è di soli sei mesi precedente), ma quella trasmissione segnò un cambiamento che oggi si può tranquillamente definire “epocale”, che supera i meriti della serie stessa (comunque presenti) e che per questo è giusto ricordare.