Chi di noi non ricorda quelle scritte e disegni sui banchi di scuola? Per molti, quegli scarabocchi sono solo segni di distrazione o atti di vandalismo, ma a ben guardare, c’è qualcosa di più profondo in questi gesti. Ogni linea tracciata, ogni parola scritta, rappresentava un modo di esprimersi, di lasciare un’impronta di sé stessi. Non erano semplici atti di ribellione, ma atti di identità. Quasi come se quei banchi di legno, un tempo luoghi di frustrazione scolastica e di noia, diventassero tele personali dove chiunque potesse raccontare la propria storia.
Ora, mentre alcuni banchi continuano ad essere tappezzati di frasi sgrammaticate e disegni casuali, c’è un movimento che sta cercando di trasformare questa consuetudine in qualcosa di diverso. La piattaforma Skuola.net, sempre attenta alle dinamiche degli studenti, ha deciso di scavare più a fondo in questa “arte” non ufficiale, lanciando il contest #DeskArtist. Un’iniziativa che ha invitato gli studenti di tutta Italia a condividere le immagini dei banchi più creativi e artistici, trasformando quelli che sembravano atti di vandalismo in una vera e propria espressione artistica.
Più di 300 studenti hanno risposto all’appello, inviando immagini delle loro creazioni, e i risultati sono stati sorprendenti. I banchi, invece di essere semplici supporti per scrivere appunti, sono diventati tele in cui è possibile trovare manga, supereroi, paesaggi surreali, e perfino frasi filosofiche o messaggi per i bidelli. Il contest non è nato da un’iniziativa premeditata, ma da un episodio casuale: uno studente aveva documentato su TikTok il suo disappunto per il fatto che un bidello avesse pulito il suo banco, cancellando i disegni fatti il giorno prima. Il video, che ha rapidamente conquistato milioni di visualizzazioni, ha fatto riflettere molti sull’opportunità di preservare certe creazioni invece di rimuoverle. E così è nata l’idea del concorso.
Le proposte inviate al portale erano di ogni tipo: alcune molto semplici, altre vere e proprie opere d’arte. C’è chi ha creato vere e proprie graphic novel, chi ha realizzato scene dai film o dagli anime, chi ha scritto citazioni ispiratrici. Skuola.net ha selezionato i 16 migliori “desk artist”, creando un vero e proprio museo virtuale dei banchi scolastici, esponendo queste opere sui propri canali social. È stato interessante vedere come questi disegni, che solitamente sono destinati a sparire sotto il panno umido di un bidello, venissero invece celebrati come vere e proprie espressioni creative.
Tuttavia, la domanda sorge spontanea: è giusto considerare queste opere come arte, o sono semplicemente vandalismo?
La risposta non è facile. Da un lato, le scuole sono luoghi che richiedono ordine e disciplina, e i banchi devono essere mantenuti puliti. Dall’altro, queste creazioni non sono altro che manifestazioni di creatività, spesso soppressa dal sistema educativo. Gli studenti, nonostante il contesto in cui si trovano, stanno cercando di esprimere se stessi, e i banchi diventano il loro spazio di libertà. Alcuni potrebbero vederli come un “scempio”, altri come una vera forma di arte urbana.
Il dibattito è aperto, ma in fondo, ciò che emerge da questa iniziativa è che la scuola, purtroppo spesso vista come un luogo di costrizione, può anche diventare un terreno fertile per la creatività. I banchi scolastici sono da sempre un simbolo di apprendimento, ma ora sembrano anche diventare un luogo dove gli studenti possono mettere in pratica la loro immaginazione e la loro voglia di comunicare. Non è forse questo, in fondo, il vero scopo dell’arte?
Certo, la situazione resta complessa: da un lato, l’ordine va mantenuto, ma dall’altro non si può negare che questi “desk artist” stiano cercando di forzare i confini della creatività scolastica, magari trovando una via inaspettata per esprimersi. E chissà, forse in futuro, i banchi scolastici non saranno più visti come semplici strumenti di apprendimento, ma come veri e propri spazi di espressione artistica. Perché, in fin dei conti, dove c’è creatività, c’è arte, e l’arte può essere trovata ovunque, anche nei posti più improbabili.
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