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Giulia Heartilly: passione, talento e bellezza

Giulia Heartilly è una ragazza di 27 anni cresciuta coltivando un amore smodato per libri, fumetti, film d’animazione, anime ed ogni cosa potesse fornirle una scappatoia per stimolare la sua fervida immaginazione ed evadere dalla noia e dalla durezza del quotidiano, vissuto in un quartiere popolare di Roma, poco pronto negli anni ’90 ad accogliere tali interessi. In età adulta (ma non troppo!)si iscrive alla facoltà di Filosofia per coltivare la propria capacità conoscitiva ed il proprio spirito critico ma ciò, contro le seriose aspettative di chi l’ha osservata nei panni di adolescente mesta, non le impedisce di continuare a conoscersi e ad accettarsi, al punto di approfondire seriamente ed impugnare, finalmente con orgoglio, quello sfaccettato mondo che l’aveva accompagnata sin da piccola. Ad oggi, tra una lezione di Latino e l’altra, affianca il ruolo di cosplayer a quello di fotomodella, poiché la capacità della fotografia di fermare il tempo ha un ascendente impareggiabile su di lei.

“Heartilly” è il nickname che Giulia ama utilizzare a sostituzione del suo cognome sin dall’età di 6 anni. L’origine è presto spiegata: quando era una bimba, passava molti pomeriggi ad assistere rapita, sul divano, alle sessioni di gioco alla PlayStation 1 di suo padre e le è rimasto nel cuore Final Fantasy VIII, in particolare il personaggio di Rinoa Heartilly, a cui già si sentiva tanto affine: polemica, emotivamente ricca ma disastrosa nella gestione della propria interiorità e dotata di profondo senso di giustizia e amore per la libertà, non ha mai smesso di essere un’ispirazione per lei.

Giulia ha frequentato fiere del fumetto per anni, come visitatrice “in borghese”, ma senza trovare mai il coraggio di partecipare attivamente a quella che sembrava una realtà per cui non si sentiva all’altezza finché, nel 2017, decide di buttarsi, trascinata da un’ondata di entusiasmo familiare: infatti quando sua cugina minore e sua zia, con cui condivide queste passioni, decidono di cimentarsi in prima persona nell’impersonare Harley Quinn ed altri membri della Suicide Squad, capisce che tirarsi indietro non ha più senso e che quello è il momento che aspettava, oltre ad essere un’occasione preziosa di condivisione con affetti.

Da quel momento, pur limitando la quantità dei cosplay realizzati (perché il suo perfezionismo non va di pari passo con quello che, a tutti gli effetti, pur incrementando le proprie capacità resta un hobby costoso), non si è più fermata ed ha cercato di realizzare tanto dei cosplay che fossero affini alla sua personalità, quanto personaggi di immedesimazione più difficile. In ogni caso, ciò a cui non rinuncerebbe mai più è il senso di libertà che prova nell’interpretare i personaggi scelti, poter vivere la loro vita per un giorno, pur restando se stessa.
Non ama le competizioni, soprattutto se tendono a non essere sane, dunque preferisce circondarsi di cosplayers che non intendano primeggiare ma con cui poter invece condividere, come forma di libera autodeterminazione, la profondità artistica di questa realtà.
 
Ha interpretato personaggi come Harley Quinn in ogni variante, Poison Ivy, Megara, l’iconica Miss Dronio, Mera, Tharja da Fire Emblem, l’amata Principessa Leia, Jessie del Team Rocket… Attualmente ha in cantiere progetti provenienti dalla Famiglia Addams e da The Witcher per il prossimo Lucca Comics ma un suo sogno è mettere su un immenso gruppo cosplay con tutti i personaggi dei cartoni animati degli anni ’80 e ’90.

Vedendo le sue foto, risulta come sia irrimediabilmente affascinata dall’universo DC ambientato a Gotham, realtà che ritiene allegorica della nostra. Gotham è la corruzione di fronte a cui la nostra vita reale ci pone, sta poi a noi scegliere di essere Batman o un villain. Beh, Giulia interpreta spesso i villains, ruolo che invece nella vita non le si addice affatto: non accantonerebbe mai, però, il divertimento che prova nei panni della sgangherata Dott.ssa Quinzel o in quelli di Miss Dronio, molto diverse invece dal consapevole fascino proprio di Poison Ivy. In ogni caso, vestire i panni di ognuna di loro funge da scudo e tutto diviene più semplice.

Il suo più grande rammarico è quello di non poter realizzare completamente da sola i suoi cosplay, perché cucire ed avere un proprio laboratorio da lavoro è un progetto che le darebbe immensa soddisfazione ma non ha mai avuto alcuna possibilità di disporre di un simile spazio. Intende comunque riscattarsi in futuro ed imparare a cucire, ma nel mentre si barcamena nella creazione di parti in worbla, foam e lavori di cucito che non richiedano quella competenza che vorrebbe e non ha. A dispetto di ciò, non si sente una “cosplayer mozzata” o poco degna, non più: infatti la cura dei dettagli è fondamentale per determinare la differenza tra un cosplay ed un costume di Carnevale ma trova che, in favore di una sana inclusione alla pratica, ciò che faccia veramente la differenza sia un approccio mentale sano, l’avere un cervello capace di introspezione, creatività e comprensione del fatto che ciò che è divertente e “bello”, non in modo necessariamente canonico, lo stabiliamo noi stessi e nessun altro organo eteronomo e/o “modaiolo”. Solo con tali presupposti si può far nostro un personaggio, rispettarlo ed omaggiarlo; in caso contrario, è solamente un esercizio di solo Ego (elemento comunque sempre presente, ed è giusto sia così, ma va bilanciato).

Al di là di ciò, prova immensa stima per i cosmakers e per la realtà in fermento che orbita attorno al cosplay: è estremamente orgogliosa di fare parte di una realtà che permette a tanti artisti formidabili di canalizzare le proprie capacità, rendendolo un lavoro a tutti gli effetti, ed è importante che esista una community tanto variegata e stimolante. Fino a 15 anni fa, in Italia, tutto questo era impensabile, in quanto il cosplay non veniva ritenuto nemmeno una passione degna di essere sfoggiata, relegandolo, dai più ignoranti, quasi ad un disturbo della personalità, quando invece la tradizione delle maschere e dei tipi letterari è una delle forme d’Arte che più ci permettono di umanizzarci sin dall’Antica Grecia. è una grande soddisfazione per la community sapere che ad oggi le possano essere attribuite la giusta competenza e professionalità, è giusto che sia così e ci tiene a sottolineare la propria gratitudine nei confronti di coloro che, ai tempi, senza l’enorme supporto diffusivo che oggi rappresenta Internet, hanno perseverato nelle loro passioni. 

Per approfondire lo staordinario talento di Heartilly vi invitiamo a visitare i suoi profili ufficiali: Instagram, Facebook e TikTok.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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