Il 28 maggio è la Giornata Mondiale del Gioco

Il ‘World Play Day‘, la Giornata Mondiale del gioco viene celebrata ogni anno il 28 maggio con l’obiettivo di sostenere e promovuore il diritto di giocare di ogni bambino.Nel lontano 1987 veniva fondata l’International Toy Library Association (ITLA), l’Associazione internazionale delle ludoteche, precisamente il 28 maggio, e la stessa data, durante l’ottava conferenza dell’International Toy Library Association in Giappone nel 1999, è stata scelta proprio dalla ITLA e dalla dottoressa Freda Kim, un’insegnante britannica, come “Giornata mondiale del gioco”.

“La ragione per la quale si promuove questa giornata è per sottolineare l’importanza del gioco in tutte le nostre vite e particolarmente in quelle dei nostri bambini… I più piccoli, infatti, possono imparare ad esprimersi attraverso il gioco, si fanno amici, fanno esercizio fisico; acquisiscono anche competenze di base come concentrazione, immaginazione e la capacità di esprimere se stessi”.

L’International Toy Library Association ritiene che il gioco implichi l’esplorazione, la sperimentazione linguistica, la cognizione e lo sviluppo delle abilità sociali e come tale sia fondamentale per l’apprendimento dei bambini e la base per i risultati e la creatività degli adulti. Inoltre, l’UNESCO sostiene che “l’incoraggiamento della creatività fin dalla tenera età è una delle migliori garanzie di crescita in un ambiente sano di autostima e rispetto reciproco, ingredienti critici per la costruzione di una cultura di pace”.  ha suggerito la Giornata mondiale del gioco. Due anni dopo, nel 2001, la data è stata decisa durante una riunione del consiglio a Firenze, in Italia, e da allora è stata celebrata ogni anno.

Il Diritto al Gioco è sancito dall’articolo 31 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, diritto a viverla, l’infanzia, per quel periodo di spensieratezza e serena crescita emozionale che deve essere, diritto ad essere guidati ed educati in questo processo di crescita commisurando il tempo libero concesso alla crescente domanda educativa.

Nel 2011, la dottoressa Freda ha ampliato la necessità del gioco per includere soprattutto i bambini nelle zone disastrate e di guerra. Sostiene che “mentre gli adulti hanno comprensione di questi disastri e sono in grado di verbalizzare, i bambini hanno bisogno di recitare la tragedia e affrontare il trauma nelle loro vite attraverso il gioco:

” … i bambini devono essere incoraggiati e autorizzati a giocare anche nelle loro condizioni più difficili e devastanti. Permettendo ai bambini di giocare, li aiuti a raggiungere un’età adulta sana”.

Ma il gioco “non è solo una cosa per bambini“, anzi, giocare da adulti farebbe bene sia alla salute del corpo che alla mente e permette di liberare energie dimenticate. Giocare libera dallo stress, rende più agevole la socializzazione senza pregiudizi, stimolare creatività e fantasia e aiuta ad essere sereni perché permette di recuperare il buon umore e un po’ di sana ingenuità. Giocare poi con i propri figli o con i propri amici migliora poi il rapporto reciproco ampliando la comprensione e sviluppando empatia. In ognuno di noi c’è un bambino che ha voglia di giocare…

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