Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, una ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell’Olocausto, il genocidio nazista che portò allo sterminio di circa sei milioni di ebrei e di altre minoranze etniche, religiose, politiche e sociali durante la Seconda guerra mondiale. In questo articolo, cercherò di spiegare il significato e la storia di questa giornata, che ha lo scopo di ricordare e sensibilizzare le generazioni presenti e future sui crimini commessi dal regime nazista e dai suoi alleati, e di promuovere i valori della democrazia, dei diritti umani e della tolleranza.
La scelta della data del 27 gennaio non è casuale, ma coincide con il giorno in cui, nel 1945, il maresciallo Ivan Konev e le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz, il più grande e famigerato tra i lager nazisti, situato nella Polonia occupata. Qui, tra il 1940 e il 1945, furono deportati e imprigionati circa 1,3 milioni di persone, di cui oltre un milione perirono a causa delle condizioni disumane, delle torture, delle esecuzioni, delle camere a gas e dei forni crematori. Auschwitz divenne il simbolo dell’Olocausto, termine che deriva dal greco e significa “sacrificio per il fuoco”, e che indica l’annientamento sistematico e pianificato degli ebrei da parte dei nazisti, in base alla loro folle ideologia razzista e antisemita. Il termine ebraico per indicare l’Olocausto è Shoah, che significa “catastrofe” o “distruzione”.
L’Olocausto fu il culmine di una lunga e progressiva persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti, che iniziò con la loro ascesa al potere in Germania nel 1933. In seguito alle leggi razziali, agli atti di violenza, alla propaganda diffamatoria e alla confisca dei beni, gli ebrei furono progressivamente esclusi dalla vita sociale, economica e culturale della nazione, e costretti a vivere in ghetti, quartieri isolati e sovraffollati. Con lo scoppio della guerra, i nazisti estesero la loro politica antisemita ai territori occupati, e iniziarono a deportare gli ebrei verso i campi di concentramento e di sterminio, dove venivano selezionati e uccisi in massa. Alcuni di questi campi erano situati in Polonia, come Auschwitz, Treblinka, Sobibor e Belzec, e facevano parte della cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica”, il piano di sterminio totale degli ebrei d’Europa, ideato dai gerarchi nazisti nel 1942.
L’Olocausto non colpì solo gli ebrei, ma anche altre categorie di persone considerate “indesiderabili” o “inferiori” dai nazisti, come i rom, i sinti, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i disabili, i prigionieri di guerra, i partigiani, i comunisti, i socialisti e i democratici. Si stima che il numero totale delle vittime dell’Olocausto sia di circa 15 milioni di persone, di cui 11 milioni di civili e 4 milioni di militari. Tra le vittime, vi furono anche molti italiani, in particolare dopo l’8 settembre 1943, quando l’Italia fu occupata dai tedeschi e si formò la Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio fedele al nazismo. Circa 8.000 ebrei italiani furono deportati nei campi di sterminio, e solo 600 circa sopravvissero. Tra i deportati, vi furono anche personalità illustri, come il fisico Enrico Fermi, il filosofo Benedetto Croce, il poeta Primo Levi, il musicista Arturo Toscanini e il politico Giorgio Amendola.
Il Giorno della Memoria fu istituito in Italia con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, su proposta del senatore Furio Colombo, con lo scopo di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e di ricordare le vittime delle leggi razziali, delle persecuzioni e della deportazione”. Originariamente Colombo proprose il 16 ottobre, il giorno del rastrellamento del ghetto di Roma, quando nel 1943 oltre mille cittadini italiani di religione ebraica vengono deportati nel lager di Auschwitz
Ad oggi La legge prevede che in questa giornata si svolgano iniziative di commemorazione, di studio e di riflessione nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi della cultura e nei media, coinvolgendo anche le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, e valorizzando il ruolo dei Giusti tra le nazioni, cioè quelle persone che, a rischio della propria vita, hanno aiutato, protetto o salvato gli ebrei perseguitati. Il Giorno della Memoria è anche l’occasione per ribadire il rifiuto di ogni forma di odio, di intolleranza, di discriminazione e di violenza, e per affermare i principi di libertà, di uguaglianza, di dignità e di pace.
Queste ricorrenza è fondamentale non solo per onorare la memoria delle vittime, ma anche per prevenire che si ripetano simili tragedie, e per educare le nuove generazioni al rispetto della diversità, al dialogo interculturale, alla solidarietà e alla responsabilità civile. Come scrisse Primo Levi, uno dei più noti testimoni dell’Olocausto:
“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto”.
Alcune graphic novel utili a ricordare
Ci permettiamo di suggerire ai nostri lettori alcune graphic novel che possano esser d’aiuto nel riflettere sulla Giornata della memoria. Tra le molte opere a fumetti dedicate a questo tema, vi suggeriamo queste cinque:
Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt
Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt (Becco Giallo, 2024). Si tratta della biografia a fumetti di Ginette Kolinka, una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia, che racconta la sua esperienza di deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove arrivò all’età di 19 anni. Il fumetto è basato sulle testimonianze dirette della protagonista e sulle illustrazioni della giovane autrice, che ha voluto rendere omaggio alla sua storia di sofferenza e di speranza.
Maus di Art Spiegelman
Maus di Art Spiegelman (Pantheon Books, 1986-1991). Si tratta di un capolavoro della letteratura a fumetti, vincitore del Premio Pulitzer nel 1992, che narra la storia di Vladek Spiegelman, un ebreo polacco sopravvissuto all’Olocausto, e del suo rapporto con il figlio Art, autore e narratore dell’opera. Il fumetto usa una metafora animalesca per rappresentare le diverse etnie coinvolte nel conflitto: gli ebrei sono topi, i nazisti sono gatti, i polacchi sono maiali, i francesi sono rane, gli americani sono cani. Maus è un’opera di grande forza emotiva e di profonda riflessione sulla memoria, sull’identità e sulla colpa.
Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky
Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky (Rizzoli Lizard, 2017). Si tratta dell’adattamento a fumetti del celebre diario scritto da Anne Frank, la ragazzina ebrea che si nascose con la sua famiglia in un alloggio segreto ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni naziste, fino al suo arresto e alla sua deportazione nel campo di Bergen-Belsen, dove morì di tifo nel 1945. Il fumetto ripercorre le vicende e i sentimenti di Anne, trasformando le sue parole in immagini suggestive e toccanti, con il rispetto e la sensibilità che la sua testimonianza richiede.
16 ottobre 1943. Storia di Emanuele che sfuggì al nazismo, di Ernesto Anderle e Emanuele Di Porto
Roma 16 ottobre 1943. È l’alba. Emanuele Di Porto, un ragazzino di dodici anni, dorme serenamente, quando all’improvviso la quiete viene spezzata: rumore di camion, grida. I tedeschi sono arrivati nel quartiere ebraico. Sua madre si precipita alla stazione per avvertire il marito, venditore ambulante. Dalla finestra Emanuele la vede costretta a salire su un camion sotto la minaccia delle armi dei soldati. Non esita: scende di corsa in strada per unirsi a lei, ma la madre riesce a metterlo in salvo. A casa non può tornare, il quartiere non è più un luogo sicuro. Trova rifugio a bordo di un tram, con la complicità silenziosa di bigliettai e autisti: è l’inizio di due lunghissimi giorni, carichi di tensione e speranza, in un’agonizzante ricerca della salvezza. A ottant’anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma, una delle storie più toccanti della Shoah italiana in un emozionante romanzo a fumetti.
Auschwitz di Pascal Croci
Nel graphic novel Auschwitz di Pascal Croci edito da Il Nuovo Melangolo, si vive il ricordo del vecchio Kazik e di sua moglie su Auschwitz. Si tratta del primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L’autore non cerca di riassumere la storia della “Soluzione finale”, né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.
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