Ghiaccio di Anna Kavan

Ghiaccio di Anna Kavan (traduzione di Giuseppe Costigliola), con la splendida prefazione di Claudia Durastanti, è un romanzo affascinante, originale, ipnotico,  ambientato in un’atmosfera post-apocalittico. In questo romanzo Anna Kavan ci porta per mano in un mondo ricoperto da ghiaccio, in una realtà che si snoda tra il sonno e la veglia. Pubblicato negli anni ’60 Ghiaccio è l’ultima opera, la più matura, di un’autrice dalla vita tormentata che è entrata di diritto nel mondo della grande letteratura surrealista inglese.

“Ghiaccio” è la storia di un mondo dominato da due forme di violenza, legate tra loro in modo evidente, e che non solo lo governano, ma lo distruggono spinte da una follia inesorabile. La voce narrante di questo romanzo surreale, insieme a un uomo chiamato “il guardiano”, va alla ricerca di un’inafferrabile ragazza albina, che si nasconde in una terra coperta di ghiacci, un luogo apparentemente apocalittico, postnucleare. Il Paese è stato invaso, ed è in mano a un’organizzazione segreta. Ovunque regna la distruzione; sul mondo incombono enormi pareti ghiacciate. E insieme a chi narra, il lettore scivola in un’allucinata ricerca di questa fragile creatura. Un’opera straordinaria, innovativa, fin dalla sua prima apparizione annoverata tra i capolavori della nostra èra.

Anna Kavan, pseudonimo di Helen Woods, nata a Cannes nel 1901, trascorse l’infanzia tra l’Europa, gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Sposata e divorziata per due volte, durante la fine del suo secondo matrimonio ebbe i primi segnali dei problemi nervosi che l’avrebbero sempre afflitta, e venne rinchiusa in una clinica in Svizzera. Fu alla fine di quella terribile esperienza che, nel 1930, scrisse l’innovativo romanzo Let me alone, cui seguì Asylum Piece, che venne particolarmente apprezzato da critica e lettori. La dipendenza dall’eroina, e le frequenti ricadute nella malattia mentale trovano eco nei suoi romanzi e racconti; morì nel 1968 per arresto cardiaco, un anno dopo la pubblicazione del suo capolavoro, Ghiaccio.

“Ci si potrebbe convincere che la Kavan abbia guardato nel futuro.
Mezzo secolo dopo la sua prima apparizione, il miraggio lontano di questo romanzo
sta iniziando a diventare una possibilità sempre più reale.”
THE NEW YORKER

“La solitudine di un’infanzia trasformata in una realtà allucinatoria come quella del Vecchio marinaio.”
DORIS LESSING

“Potrei parlarvi di alcune scrittrici che sono realmente meravigliose.
Una di queste è Anna Kavan che è stata catturata da una foschia e poi da una luce,
una luce minuscola che l’ha attraversata.”
PATTI SMITH

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