Un anno fa è arrivata sul mercato Text with Jesus, un’app di messaggistica istantanea che permette agli utenti di chattare con Gesù e altre figure bibliche, il tutto mediato dall’intelligenza artificiale. Creata da Cat Loaf Software, l’app offre un’ampia gamma di personaggi tratti dalla Bibbia, tra cui Gesù, Giuda, gli apostoli e altri protagonisti dell’Antico Testamento. Nonostante l’intento giocoso e provocatorio, l’app ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni utenti la trovano divertente e originale, altri l’hanno giudicata blasfema e irrispettosa. Ad esempio, Gesù viene descritto da alcuni come troppo rigido e distante, con un tono che non corrisponde a quanto ci si aspetterebbe da una figura sacra. Inoltre, per sbloccare l’accesso a determinate figure bibliche, gli utenti devono sottoscrivere un abbonamento mensile.
A Swiss church has created an AI Jesus for confession.
An AI powered hologram is engaging in dialogue with visitors at the Chapel of St. Peter in Lucerne, generating answers in 100 languages and different facial expressions.
[📹 Melanie Daller]pic.twitter.com/H3WEMFpzqQ— Massimo (@Rainmaker1973) November 21, 2024
In Svizzera, un altro progetto ha suscitato l’interesse del pubblico: una chiesa ha creato un’intelligenza artificiale per permettere ai fedeli di “parlare” con Gesù. Questa esperienza, che si è svolta all’interno della Cappella di San Pietro a Lucerna, è nata da una collaborazione tra la Facoltà di Teologia e il Centro di Realtà Immersive dell’Università di Lucerna. Il progetto, intitolato Deus in machina, ha permesso a oltre mille persone di interagire con un avatar di Gesù attraverso uno schermo posto all’interno di un confessionale. Nonostante la natura artistica dell’installazione, molti hanno descritto l’interazione come un’esperienza spirituale, anche se vissuta in un contesto virtuale.
L’intelligenza artificiale, capace di rispondere in più di 100 lingue, è stata progettata non per sostituire un vero momento di confessione, ma per sollevare domande filosofiche e spirituali sul ruolo delle macchine nella gestione delle esperienze religiose. Il teologo Marco Schmid, uno dei promotori dell’iniziativa, ha sottolineato che l’idea iniziale era di creare un chatbot simile a un teologo o un santo, ma alla fine è emersa l’idea di un avatar che incarnasse direttamente Gesù, rendendo l’interazione ancora più potente e simbolica.
Le reazioni delle persone che hanno provato l’esperienza sono state variegate: mentre due terzi degli utenti hanno definito l’incontro come un’esperienza spirituale, altri hanno ritenuto le risposte dell’intelligenza artificiale troppo ripetitive e poco profonde. Questo progetto non è stato senza polemiche, ma ha sicuramente aperto una riflessione sul confine tra spiritualità e tecnologia, e su come le nuove tecnologie possano influenzare il nostro approccio alla fede e alla religione. In un’epoca in cui la tecnologia pervade ogni aspetto della nostra vita, Text with Jesus e Deus in machina offrono uno spunto interessante e controverso su come le figure religiose possano essere reimmaginate nell’era digitale.
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