Nel mondo del cinema horror, pochi nomi sono iconici come quello di George A. Romero, il leggendario regista che ha dato vita ai moderni zombie con il suo capolavoro La notte dei morti viventi. Ma cosa sarebbe successo se Romero avesse avuto l’opportunità di adattare uno dei franchise videoludici più amati di sempre, Resident Evil? Il sogno di vedere il padre degli zombie dirigere un film basato su questo universo inquietante è stato per molto tempo solo un’ipotesi, ma oggi, a distanza di decenni, possiamo finalmente scoprire cosa si nasconde dietro questo progetto mai realizzato grazie al documentario George A. Romero’s Resident Evil.
Nel 1998, l’ambizioso progetto venne avviato quando Constantin Film decise di affidare a George A. Romero la realizzazione di un film live-action ispirato al celebre videogioco horror di Capcom. Era un’accoppiata che sembrava destinata al successo: da un lato, la serie Resident Evil con la sua atmosfera angosciante e gli zombie come protagonisti; dall’altro, il regista che aveva definito il genere zombie come lo conosciamo oggi. Tuttavia, nonostante le premesse promettenti, il progetto fu abbandonato, lasciando ai fan solo un sogno infranto e un senso di “cosa sarebbe stato” che ha alimentato per anni la curiosità di tutti gli appassionati del genere horror.
Oggi, finalmente, possiamo scoprire i retroscena di quella che sarebbe potuta essere una pietra miliare del cinema horror grazie a George A. Romero’s Resident Evil, il documentario diretto da Brandon Salisbury, che è stato rilasciato il 7 gennaio 2024. Questo film esplora in profondità le ragioni dietro l’abbandono del progetto e rivela dettagli inediti sul processo creativo che ha portato Romero a concepire la sua versione di Resident Evil. Il documentario offre uno sguardo affascinante su come Romero avrebbe trattato il materiale originale, mescolando la sua visione unica con gli elementi che avevano reso la serie di videogiochi una pietra miliare nel mondo dell’horror.
Il documentario non si limita a raccontare una storia di “cosa sarebbe potuto essere”, ma fornisce anche una ricca panoramica di ciò che avrebbe potuto trasformarsi in un capolavoro. Salisbury ha avuto accesso a filmati d’archivio, documenti recentemente scoperti e interviste con personaggi chiave dell’industria cinematografica e videoludica. Tra i volti che hanno contribuito al progetto, ci sono interviste con la moglie di Romero, Barbara Romero, e Daniel Dae Kim, che avrebbe dovuto interpretare il protagonista del film. Inoltre, il documentario include anche testimonianze di Paul W.S. Anderson, regista della serie cinematografica Resident Evil, e contributi da parte di Capcom, la casa produttrice del videogioco.
Una delle caratteristiche che rende George A. Romero’s Resident Evil un’esperienza unica è il suo approccio immersivo. Il regista Salisbury ha dichiarato di voler offrire una visione completa del lavoro che Romero avrebbe realizzato, unendo la crudezza e l’intensità tipiche dei suoi film con la tensione e l’orrore psicologico che caratterizzano la serie Resident Evil. Non si tratta solo di un documentario che racconta una storia mai vissuta, ma di una riflessione sul potere della narrazione nel cinema horror e su quanto un singolo progetto possa influenzare l’intero genere.
Il documentario non è solo per i fan di Resident Evil o per i cultori del cinema horror, ma per chiunque sia interessato a scoprire i misteri dietro la creazione di un film perduto che avrebbe potuto cambiare il corso del genere. George A. Romero’s Resident Evil è una testimonianza della visione di un maestro che, sebbene non abbia mai visto il suo progetto realizzarsi, ha comunque lasciato un’eredità indelebile nel cuore di tutti coloro che amano l’orrore, gli zombie e il cinema in generale.
In definitiva, questo documentario non è solo un’occasione per ripercorrere il passato, ma anche per apprezzare quanto il cinema horror abbia perso con la mancata realizzazione di questa pellicola. Se c’è una cosa che George A. Romero’s Resident Evil ci insegna, è che anche ciò che non è mai stato realizzato può avere un impatto enorme sulla cultura popolare. Un omaggio al maestro, al suo talento inconfondibile e alla sua visione che, purtroppo, non abbiamo mai potuto vedere sul grande schermo.
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