La Generazione Z, spesso dipinta come viziata e insoddisfatta, nasconde un disagio profondo che si manifesta fin dalla giovane età e si protrae nell’ambito lavorativo.
L’allarme dagli istituti scolastici
Numerosi studi evidenziano come un numero crescente di adolescenti stia sperimentando ansia, depressione e altri disturbi mentali. Progetti come “Mi vedete?” hanno messo in luce il bisogno urgente di ascolto e comprensione da parte di genitori, insegnanti e della società in generale.
Il passaggio al mondo del lavoro: un nuovo capitolo di disagio
Quando i giovani entrano nel mondo del lavoro, il disagio non scompare, ma si trasforma. Stress, ansia e insoddisfazione lavorativa sono sentimenti comunemente riportati dalla GenZ. Le cause? Stipendi bassi, scarse opportunità di crescita, mancata valorizzazione e difficoltà a conciliare vita privata e professionale.
Perché la GenZ soffre?
Le ragioni di questo malessere sono molteplici e complesse. Tra i fattori scatenanti troviamo:
- Pressioni sociali: I giovani di oggi sono sottoposti a una pressione costante per ottenere risultati eccellenti in tutti gli ambiti della vita.
- Uso eccessivo dei social media: L’esposizione continua ai social media può contribuire all’insorgere di disturbi dell’umore e dell’ansia.
- Cambiamenti climatici e incertezza del futuro: La preoccupazione per il futuro del pianeta e la precarietà del lavoro possono generare ansia e stress.
Cosa fare?
Per affrontare il problema del disagio psicologico della Generazione Z è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga:
- Scuole: Promuovere programmi di educazione alla salute mentale e favorire un clima scolastico più accogliente e inclusivo.
- Aziende: Creare ambienti di lavoro più sani e sostenibili, che promuovano il benessere dei dipendenti.
- Istituzioni: Investire in servizi di salute mentale accessibili a tutti.
- Famiglie: Offrire ai giovani ascolto, supporto e comprensione.
Conclusioni
La salute mentale della Generazione Z è una questione di grande rilevanza sociale. È fondamentale superare gli stereotipi e riconoscere il disagio che molti giovani stanno sperimentando. Solo così potremo costruire un futuro più sano e felice per tutti.
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