mAIo-AIcontentGameStop, il colosso dei videogiochi, sta puntando su un nuovo filone per rilanciare il proprio business: il retrogaming. Dopo aver archiviato esperimenti meno fortunati, come quello legato agli NFT, l’azienda ha deciso di tornare alle sue radici, lanciando una nuova iniziativa chiamata GameStop Retro.
Un tuffo nel passato
Con GameStop Retro, alcuni negozi negli Stati Uniti si sono trasformati in veri e propri santuari per gli appassionati di videogiochi vintage. All’interno di questi store è possibile trovare un vasto assortimento di console e giochi, che coprono un arco temporale che va dagli anni ’80 fino ai primi anni 2000. Dalle classiche console Nintendo come NES, SNES e Nintendo 64, alle PlayStation, Xbox e SEGA, passando per portatili come Game Boy e PSP (sebbene quest’ultima sia assente per motivi legati alla pirateria), c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Perché il retrogaming?
La scelta di puntare sul retrogaming da parte di GameStop è dettata da diversi fattori:
- Nostalgia: Il retrogaming ha vissuto una rinascita negli ultimi anni, grazie alla nostalgia dei giocatori che vogliono rivivere le emozioni dei loro giochi preferiti.
- Collezionismo: Molti videogiocatori collezionano console e giochi vintage, creando un mercato di nicchia ma molto redditizio.
- Accessibilità: Grazie alla capillare rete di negozi GameStop, il retrogaming diventa più accessibile a un pubblico più ampio.
Un’opportunità per il futuro?
L’iniziativa GameStop Retro rappresenta un’opportunità interessante per l’azienda, che potrebbe beneficiare di una nuova fetta di mercato. Tuttavia, resta da vedere se questo progetto avrà successo anche al di fuori degli Stati Uniti. L’Italia, con la sua forte comunità di retrogamers, potrebbe essere uno dei mercati più promettenti per un’espansione di GameStop Retro.
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Gianluca Falletta
Francesco Pellegrini
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