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La Partita IVA per gli Streamer: Cosa Devi Sapere per Diventare un Professionista del Settore

Nel panorama digitale in cui siamo immersi, la figura dello streamer è emersa come una delle professioni in forte crescita, attraendo giovani (e non solo) desiderosi di condividere contenuti con il mondo. Piattaforme come Twitch, YouTube e Facebook Gaming sono diventate le arene dove le persone possono esprimere la propria creatività, spaziare tra giochi, tutorial, chiacchierate informali o persino contenuti educativi. Tuttavia, dietro questa nuova “vita da streamer” si nascondono aspetti fiscali e burocratici che spesso vengono ignorati, ma che, se trascurati, possono avere conseguenze non trascurabili. Se anche tu hai deciso di fare del tuo canale una professione e hai già trasformato la tua passione in una fonte stabile di reddito, è giunto il momento di fare il passo successivo: aprire una Partita IVA.

Perché gli Streamer Devono Aprire una Partita IVA

Quando l’attività di streaming diventa continuativa e regolare, non può più essere considerata come un semplice hobby. La normativa fiscale italiana stabilisce chiaramente che chi esercita un’attività professionale in maniera abituale è obbligato ad aprire una Partita IVA. Questo non solo per essere in regola con il fisco, ma anche per adempiere a tutti gli obblighi contributivi. In altre parole, se i tuoi guadagni derivano dal tuo canale in modo continuativo, non puoi più restare nell’ombra delle attività occasionali, ma devi fare il grande passo verso una professione riconosciuta ufficialmente.

Il Codice Ateco per Streamer: Come Inquadrare la Tua Attività

Una volta decisa l’apertura della Partita IVA, la prima cosa da fare è scegliere il giusto Codice Ateco, ovvero il codice che definisce la tua specifica attività professionale agli occhi dell’Agenzia delle Entrate. La scelta del codice non è sempre semplice, soprattutto per attività recenti come lo streaming, che non rientra in una categoria ben definita nel catalogo Ateco. Tuttavia, ci sono alcuni codici che si avvicinano alla realtà degli streamer.

Ad esempio, il Codice Ateco 85.59.20, che riguarda i “Corsi di formazione e corsi di aggiornamento professionale”, potrebbe essere una scelta adeguata per chi si dedica alla creazione di tutorial e contenuti educativi. Questo codice comprende attività di formazione legate all’informatica e alla tecnologia, settori che ben si adattano alla natura dello streaming orientato all’insegnamento.

Un’altra opzione è il Codice Ateco 59.11.00, che riguarda la “Produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi”. Se il tuo contenuto si concentra sulla produzione video, come nel caso di chi crea veri e propri programmi o serie su piattaforme come YouTube, questo codice potrebbe essere perfetto. Infine, il Codice Ateco 73.11.02 che si riferisce alla “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”, è ideale per gli streamer che non si limitano a trasmettere contenuti, ma gestiscono anche sponsorizzazioni e promozioni per brand e aziende.

Quando scegli il codice, è importante considerare la natura della tua attività: se la tua missione principale è educativa, il codice 85.59.20 ti inquadra come libero professionista. Se, invece, la tua attività ruota intorno alla creazione di contenuti video o marketing, potresti essere considerato un artigiano o commerciante, con l’obbligo di iscriverti alla Camera di Commercio.

Regimi Fiscali per Streamer: Cosa Scegliere?

Dopo aver aperto la Partita IVA, il passo successivo è decidere sotto quale regime fiscale operare. Esistono diverse opzioni e la scelta ha un impatto diretto sulla gestione delle imposte e dei contributi previdenziali. I due regimi principali per gli streamer sono il Regime Forfettario e il Regime Ordinario semplificato.

Il Regime Forfettario: La Scelta Più Adatta per Molti

Il Regime Forfettario è la soluzione preferita da chi ha una piccola attività. Il suo principale vantaggio è la semplicità: la tassazione è ridotta e il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività ai ricavi annuali. Ad esempio, per i codici 85.59.20 e 73.11.02, il coefficiente di redditività è pari al 78%, mentre per 59.11.00 è del 67%. Ciò significa che non dovrai pagare imposte su tutta la cifra incassata, ma solo su una parte di essa.

Inoltre, l’imposta sostitutiva si applica sul reddito imponibile con un’aliquota del 15%. Se sei agli inizi e non hai mai avuto un’attività precedente, puoi usufruire di una riduzione dell’aliquota al 5% per i primi cinque anni. Inoltre, il regime forfettario esonera dall’applicazione dell’IVA nelle fatture, ma attenzione: se emetti fatture superiori ai 77,47 euro, dovrai comunque applicare l’imposta di bollo.

Il Regime Ordinario Semplificato: Per Attività Più Strutturate

Se la tua attività di streaming cresce notevolmente, superando determinati limiti di fatturato, il Regime Ordinario semplificato potrebbe essere la scelta più adatta. A differenza del regime forfettario, non esistono limiti sui ricavi, ma la gestione fiscale diventa più complessa. In questo caso, il reddito imponibile si calcola sottraendo i costi sostenuti dai ricavi. L’aliquota sull’IRPEF varia dal 23% al 43%, a seconda dello scaglione di reddito.

Contributi Previdenziali: Cosa Devi Sapere

In aggiunta alle imposte sul reddito, chi avvia un’attività di streaming è obbligato a versare anche i contributi previdenziali. Se hai scelto il codice 85.59.20, ti iscriverai alla Gestione Separata INPS, con un contributo pari al 26,07% sul reddito. Per chi invece opta per i codici 59.11.00 o 73.11.02, si dovrà iscrivere alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, con un contributo annuale fisso che varia tra i 4.460 e i 4.550 euro. Se il reddito supera una certa soglia, si aggiungono contributi aggiuntivi proporzionali.

Per chi sceglie il Regime Forfettario, esiste una riduzione del 35% sui contributi per i primi anni di attività.

Diventare uno streamer professionista è un percorso entusiasmante e ricco di opportunità. Tuttavia, è essenziale avere chiara la gestione fiscale e burocratica che accompagna questa attività. Scegliere il giusto codice Ateco, il regime fiscale più adatto e rispettare gli obblighi previdenziali sono passi fondamentali per operare nel rispetto delle leggi italiane. Se lo streaming è la tua professione a tempo pieno, non sottovalutare questi aspetti: sono la base per un successo duraturo e sicuro.

Dai nostri utenti

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