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G.R.R. Martin – “999 volte su 1000 peggiorano la storia…”

G.R.R. Martin è intervenuto sul suo “non-blog”,per criticare alcune recenti produzioni hollywoodiane. Il rinomato autore si riavvicina a un ampio discorso che infiamma le difficili relazioni tra fan e case di produzione ormai da diversi anni. La polemica è particolarmente aspra negli USA, dove infuria ogni giorno sui Social, su YouTube, sui forum e sulla rete in generale.

«Ovunque guardi, ci sono sempre più sceneggiatori e produttori ansiosi di prendere grandi storie e “farle proprie”».

Martin tocca un’espressione ricorrente del marketing a tappeto impiegato dalle grandi case di Hollywood. Forse lancia una frecciatina a Rings of Power, rivale di House of the Dragon, tratto invece dalle sue opere. Abilissimo comunicatore, Martin cavalca l’onda con abituale scioltezza e presenta il problema dal suo punto di vista.

«Non importa quanto sia famoso lo scrittore, quanto sia bello il libro, pare ci sia sempre qualcuno a portata di mano che crede di poter fare di meglio, impaziente di prendere una storia e “migliorarla”. “Il libro è il libro, il film è il film”, ti raccontano, come se dicessero qualcosa di profondo. Poi si appropriano della storia. Non è che la migliorino, però. 999 volte su mille la peggiorano, invece».

“Fare di meglio”, “migliorare la storia” – altre espressioni tipiche del marketing pervasivo emerso negli ultimi anni.

Le necessità tecniche di un adattamento ci sono, ma di questi tempi suonano sempre più come una scusa, uno schermo dietro cui nascondersi. Martin è stato molto abile a proteggere la sua opera e i suoi interessi. Il pubblico dal canto suo ha un investimento emotivo nelle vicende dei suoi beniamini.

Che la fonte siano romanzi, fumetti (Martin ha citato Stan Lee) o film del passato, la questione di fondo è il modo in cui oggi si attinge alle grandi storie del passato più o meno recente, con i loro temi e i loro amati eroi, per impiegarli con l’intenzione di proseguire o “reinventare” una saga e trarre profitto da una proprietà intellettuale fino a sfinirla e oltre.

Le parole di Martin risuonano anche per tanti appassionati che al giorno d’oggi reagiscono con sospetto all’annuncio di un nuovo adattamento, reboot o prosecuzione in forma “nuova e migliorata” di storie ricche e prestigiose. Per fare qualche esempio, Star Wars, Star Trek, Il Signore degli Anelli ed Harry Potter hanno un largo seguito di fedeli fans che le hanno abbracciate e amate per anni: queste storie vivono nei cuori di tante persone. Una grande platea in trepidante attesa ha valore, un valore per cui si pagano in anticipo licenze multimilionarie se non miliardarie.

Come regola di base, produrre per un dato pubblico al cinema, in televisione, o perfino in pasticceria o al ristorante, vuol dire proporgli qualcosa che piacerà: con i fans in trepidante attesa, il “cuoco” vorrà venire incontro al loro gusto…

Negli ultimi tempi invece una serie di grandi delusioni e la crescente polarizzazione politica del pubblico americano hanno avvelenato la platea.

Davanti alla disapprovazione di importanti fette del mercato, sulla scena pubblica la risposta delle grandi case di Hollywood è stata spesso di incolpare e accusare proprio il cliente perché il prodotto non è piaciuto, e sollevare un polverone di polemiche per dirottare la discussione su altri binari.

Martin conclude il suo discorso dicendo che occasionalmente l’adattamento va molto bene e merita lodi come il recente, ottimo Shogun, che qui in Italia è disponibile in streaming su Disney+.

Ho visto la serie alcune settimane fa e l’ho apprezzata moltissimo. Shogun è una vera gemma e dimostra come sia ancora possibile confezionare prodotti di altissima qualità se si mettono insieme i talenti giusti. Queste persone comprendono e amano l’opera-fonte. Mirano a sollecitare autentiche riflessioni nello spettatore, oltre naturalmente a intrattenerlo.

(Fonte dell’immagine – Variety)

Francesco Pellegrini

Francesco Pellegrini

Autore del romanzo La Ragazza Spaziale, scrive articoli di settore avventura, fantasy, gaming. È appassionato di lunga data di Star Trek, Star Wars, di videogiochi e di romanzi, in particolare di Tom Clancy, Michael Crichton, Lee Child, J.K. Rowling.
Laureato con Lode in Lingue, la sua riflessione verte principalmente sullo storytelling e sull’importanza del raccontare in ambito letterario, televisivo, cinematografico e videoludico.

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