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Alla scoperta dei draghi di Francesca D’Amato: tra mito, storia e fantasia

Quando si parla di draghi, la mente corre subito alle leggende medievali, alle creature alate che custodiscono tesori o sfidano coraggiosi eroi. Ma nel lavoro di Francesca D’Amato, i draghi sono molto di più: sono simboli, archetipi, testimoni di un passato dimenticato e protagonisti di un’affascinante ricerca tra storia, mito e cultura.

Se non hai mai sentito parlare di Francesca D’Amato, il suo lavoro ti sorprenderà.

Autrice e studiosa appassionata, ha dedicato anni alla ricostruzione della figura del drago, non solo come creatura fantastica, ma come elemento centrale di molte tradizioni antiche. Il suo approccio unisce ricerca storica e analisi antropologica, intrecciando fonti antiche e folklore moderno per restituire ai draghi la profondità e il fascino che spesso vengono ridotti a semplice intrattenimento.Uno degli aspetti più interessanti della sua ricerca è la connessione tra i draghi e le culture di tutto il mondo. Dall’Occidente all’Oriente, queste creature assumono forme e significati diversi: custodi di conoscenza, entità divine, rappresentazioni delle forze della natura o persino antenati mitologici. Francesca esplora con minuzia queste sfaccettature, offrendo una visione ricca e multidimensionale.

Il suo lavoro non è solo teoria: nelle sue opere, l’autrice riesce a rendere accessibili temi complessi con uno stile coinvolgente e appassionato. Che tu sia un amante della mitologia, un curioso della storia o un appassionato di fantasy, i suoi studi aprono una porta su un universo affascinante e spesso sottovalutato.

Oltre ai suoi studi, Francesca d’Amato ha anche ideato un gioco dedicato ai draghi, che permette ai partecipanti di immergersi in un mondo fatto di strategie, narrazione e mitologia. Questo gioco non è solo un passatempo, ma un’esperienza che mescola elementi storici e leggendari, dando vita a un’avventura coinvolgente in cui i giocatori possono interagire con creature mitologiche, esplorare antiche civiltà e affrontare sfide ispirate alle tradizioni del passato.In un’epoca in cui i draghi popolano libri, film e serie TV, il lavoro di Francesca ci ricorda che dietro ogni creatura mitologica si cela un’eredità culturale millenaria. Leggere i suoi studi significa riscoprire il drago non solo come mostro, ma come testimone di un passato che ancora oggi continua a incantarci.

Se vuoi approfondire, ti consiglio di esplorare le sue opere e lasciarti trasportare in un viaggio tra leggende, storia e meraviglia. Sei pronto a guardare i draghi con occhi nuovi?

Francesca gestisce il proprio sito: Gnomi di caverna dedicato all’esplorazione di leggende, curiosità e storie riguardanti gnomi e draghi, offre una vasta gamma di contenuti che spaziano dalla mitologia alle tradizioni popolari.Troviamo leggende sui draghi con approfondimenti su creature mitologiche come il Bakunawa delle Filippine, l’idra del Balaton e il drago di Rodi. Queste storie esplorano le origini, le caratteristiche e le narrazioni legate a queste figure leggendarie. Un vero e proprio censimento dei draghi italiani: una mappa interattiva che documenta 113 draghi presenti nel folklore italiano, fornendo riassunti delle loro storie e localizzazioni.Oltre a eventi e percorsi tematici: Segnalazioni di percorsi turistici e avventure per famiglie, come il “Sentiero degli gnomi” a Bagno di Romagna e il “Cammino dei Draghi” sul Lago d’Orta, che offrono esperienze immersive nel mondo del fantastico. Inoltre, il sito, offre un’iniziativa chiamata “Adotta un drago a distanza”. Adottando un cucciolo di drago a distanza, si contribuisce al suo sostentamento e si ricevono aggiornamenti mensili via email per un anno. L’adozione include un certificato e racconti sulle avventure del drago. Il costo è di 5 euro e si può pagare tramite PayPal o carta di credito.

Intervista a Francesca

Come e da dove nasce questa tua passione per i draghi?

La passione inizia il secolo scorso con una raccolta di storie locali, ambientate sulle sponde del lago Maggiore. Io mi sono accorta che ci sono molti doppioni, in Italia, di leggende come il ponte del diavolo o i folletti che ti nascondono le cose in casa. Ogni volta che c’è un drago, però, la vicenda ha delle tipicità irripetibili. Ho iniziato a collezionare tutte quelle con un drago e ne ho trovate più di un centinaio. Ora, con queste storie, giro l’Italia facendo conferenze, allestendo mostre e restituendole alla gente in forma di esperienze ludiche o teatrali. Lo scorso anno ne ho pubblicata una raccolta, uscita per i tipi di Eterea Edizioni e ne avete parlato anche sul Corriere Nerd.

Cos’è una “dragologa”? Come/quando hai capito che la tua conoscenza di questo fantastico mondo poteva essere messa a disposizione degli altri?

Io studio i draghi dal punto di vista naturalistico. Mi faccio domande sulla loro biologia, sugli ambienti in cui è più facile avvistarli e sulle strategie comportamentali che meglio si adatterebbero alle loro necessità. Ho pubblicato, con il supporto tecnico di Map for Future, una mappa on line dove tutti possono vedere se c’è mai stato un drago nelle zone vicino casa. Ho capito che questa passione poteva essere utile ad altri quando hanno iniziato a chiedermi consulenze. Le mie storie sono utili ai giocatori di ruolo, agli scrittori e agli illustratori fantasy che vogliano basarsi sul folclore italiano per mettere un bel drago nelle loro opere.

I libri che hai scritto non sono storie fantasy, bensì veri e propri saggi che studiano le caratteristiche dei draghi utilizzando un linguaggio specifico, credo che la fase di ricerca e reperimento delle informazioni sia fondamentale. E’ stato difficile ottenerle, le informazioni? Come ritieni venga considerata, oggi, la tua tipologia di ricerca, considerato che non sono stati trovati draghi in vita e nemmeno fossili?

Uh, io punto al riconoscimento accademico della mia professione! Nel 1500 a Bologna si poteva studiare dragologia all’università e il professor Ulisse Aldrovandi aveva anche scritto i libri di testo, in latino ovviamente, sui draghi. Io vorrei rendere accessibile al pubblico tutto quello che ho imparato e, per arrivare a questo obiettivo, intendo pubblicare libri. 

Ora, seriamente, quando parlo di draghi mi baso sul funzionamento della Natura. Cerco le informazioni negli articoli scientifici basati su animali reali e uso la mia preparazione da naturalista per rispondere a domande come “Quanto mangia un drago?” oppure “Possiamo usare la cacca di drago nell’orto, come fertilizzante?”

Hai ragione quando dici che di draghi viventi non ne sono stati trovati. Di fossili, però, in Italia ce ne sono tantissimi. Ai tempi in cui sono nate le leggende tutte le gigantesche ossa fossili, che qualsiasi macellaio riconosceva come ossa ma che non corrispondevano a nessun animale vivente, venivano attribuite ai draghi. 

Io studio le leggende anche inserendole nel contesto culturale in cui queste venivano raccontate. La mia ricerca parte da quanto tramandato della cultura popolare. Molti antropologi hanno raccolto testimonianze utili alla dragologia. Alcune storie sono documentate come miracolo di un santo locale, altre sono riportate da storici che volevano magnificare una famiglia nobile (nel 1500 dissero che i Visconti di Milano avevano ucciso un drago!) 

Io, quindi, vado alla ricerca di leggende con un drago sia nelle biblioteche che nelle fiere di paese, dove magari qualcuno mi racconta antiche tradizioni di famiglia.

Se sapete di qualche drago, scrivetemelo e lo includerò nel censimento ufficiale dei draghi italiani!

 

Giovanna Mariani

Giovanna Mariani

Mi chiamo Giovanna, sono sposata ed ho procreato due strani individui, Matteo e Giulia. Ho moltissimi interessi che – fortunatamente per loro!! - condivido con i miei figli, animazione, cinema, manga, fumetti, serie tv, giochi in scatola e games; queste passioni ci hanno portato ad incontrare il magico mondo del cosplay, che unito alla passione per l’epica saga di Star Wars mi ha fatto ritrovare in casa due copie formato ridotto di Anakin Skywarker e Rey.
Vedremo quanto durerà questa condivisione di interessi, mia figlia una volta mi ha spiegato che ci sono più tipi di madri: le "oppressivo-perfettine, le "fai quello che vuoi basta che non mi rompi le scatole", le "normo-mamme" poi ci sono io. Chissà cosa voleva dire? Forse che non rientro in nessuna di queste fattispecie...

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