Nella saga di Fullmetal Alchemist, questo artefatto, conosciuto come “Portale della Verità” o semplicemente “Portale”, sembra essere la fonte del potere alchemico o almeno contiene il conoscenza legata all’alchimia. Un alchimista che supera il Portale può esercitare l’alchimia senza la necessità di un cerchio scritto o tatuato, grazie alla conoscenza ottenuta dall’esperienza. L’esistenza di questo Portale della Verità è sconosciuta alla maggior parte della popolazione: ne scopre l’esistenza chi tenta una Trasmutazione umana, pratica vietata.
Nella prima serie animata, dietro al Portale ci è il mondo reale, all’epoca della prima guerra mondiale; infatti, nel corso di una delle ultime puntate, il protagonista si ritrova coinvolto nei bombardamenti di Londra del 1916. Nella stessa serie, l’energia per l’alchimia proviene dalle morti delle persone al di là del Portale: esso avanza nel tempo ogni volta che viene richiesta dell’energia per l’alchimia.
Sempre nella prima serie animata, c’è un Portale all’interno di ogni persona, bisogna solo sapere come invocarlo. Un bambino ha un legame debole tra corpo, mente e spirito, quindi è facile evocare il Portale utilizzando il potere di un infante. Anche nel manga sembra che esista un accesso al Portale per ogni individuo: quando Edward lo raggiunge per uscire dal “finto portale” di Gluttony (il Padre aveva tentato, senza successo, di creare artificialmente un Portale: il risultato è uno spazio buio e forse infinito accessibile attraverso lo stomaco di Gluttony), vede il vero corpo di Alphonse di fronte ad un secondo Portale della Verità, identico a quello attraversato da lui.
Nel manga e nella seconda serie animata, di fronte al Portale ci è un misterioso individuo completamente bianco, che afferma di essere “la verità”, una sorta di divinità. Gli arti sottratti ad Edward appaiono sul suo corpo. Nel Portale della serie del 2003, ha un’aspetto simile alla scultura “Porta dell’Inferno” di Rodin. Nel manga e nella seconda serie animata, invece, il Portale ha un aspetto diverso, con scolpite non figure umanoidi, ma una sorta di grande radice, con alcune parole incise.
