Tra gli anime più amati e ricordati degli anni ’80, spicca Flo la piccola Robinson , noto in Giappone come Kazoku Robinson hyōryūki Fushigi na shima no Furōne , un’opera che, sebbene non goda della stessa fama planetaria di altri titoli nipponici, ha conquistato una generazione di telespettatori per la sua profondità narrativa e per i temi universali affrontati. La serie, prodotta dalla Nippon Animation nel 1981, è stata trasmessa in Italia con il titolo L’isola della piccola Flo , a partire dal 15 novembre 1982 su Rete 4. Basata liberamente sul romanzo Il Robinson svizzero di Johann David Wyss, che trae ispirazione dal celebre Robinson Crusoe di Daniel Defoe, la storia di Flo è un racconto di sopravvivenza, crescita e coesione familiare, intrecciato in una trama che mescola avventura e dramma, storia e didattica.
L’anime fa parte del celebre progetto World Masterpiece Theatre (Sekai Meisaku Gekijo), una raccolta di adattamenti di grandi classici della letteratura internazionale, riproposti in chiave animata per il pubblico giapponese e non solo. Flo la piccola Robinson , con i suoi 50 episodi, non si limita a essere una semplice narrazione d’intrattenimento per ragazzi; la sua trama offre una riflessione più ampia sui valori umani, il rapporto con la natura e la capacità di resistere alle avversità.
Una famiglia tra le onde e la natura selvaggia
La protagonista, Flo Robinson, è una bambina di nove anni che vive nella tranquilla Berna con la sua famiglia: il padre Ernst, un ingegnoso medico, la madre Anna, il fratello maggiore Franz e il piccolo Jack. A completare il quadro familiare c’è Marie, la giovane governante, che rappresenta per Flo una figura materna aggiuntiva e un legame affettuoso che non mancherà di influenzare la protagonista durante la lunga avventura.
Il viaggio inizia quando Ernst riceve una lettera dall’amico dottor Elliott, che lo invita a trasferirsi in Australia per esercitare la sua professione. La famiglia Robinson, affascinata dalla prospettiva di una nuova vita in terre lontane, decide di partire insieme. Tuttavia, il destino ha in serbo un imprevisto catastrofico: durante la traversata, una tempesta violentissima si abbatte sulla nave, provocando il naufragio. La famiglia, miracolosamente sopravvissuta, approda su un’isola deserta, dove inizia un’esperienza di sopravvivenza che metterà alla prova la loro resilienza e unità.
L’isola si rivela tanto affascinante quanto pericolosa. Ernst, con il suo ingegno, riesce a guidare la famiglia nella costruzione di una capanna su un albero per proteggersi dai pericoli naturali, mentre tutti collaborano per coltivare un orto, scavare un pozzo e fabbricare strumenti di uso quotidiano. Gli animali, tra cui John, il cane del comandante della nave, e Mercre, un cucciolo di cuscus, diventano parte della famiglia e contribuiscono a mantenere un legame con la civiltà perduta.
Nonostante il contesto avventuroso e idilliaco, il passato e la nostalgia di una vita lontana non smettono mai di tormentare i membri della famiglia Robinson. Flo, in particolare, ricorda spesso con affetto la sua casa a Berna e Marie, la sua cara governante. Franz, invece, rimugina sul destino di Emily, una ragazza conosciuta durante il viaggio verso l’Australia, per la quale nutriva un profondo affetto, e che si presumeva morta durante il naufragio.
Sopravvivenza, coesione e crescita
Il cuore pulsante di Flo la piccola Robinson risiede nei temi universali che affronta: il legame familiare, la lotta per la sopravvivenza e il ritorno alla natura. Ogni membro della famiglia Robinson apporta un contributo unico al loro tentativo di adattarsi alla vita sull’isola. Ernst, con la sua incredibile calma e il suo talento ingegneristico, guida il gruppo; Anna, con il suo amore materno, ma anche con la sua severità quando necessario, rappresenta il pilastro emotivo; Franz è l’anima riflessiva e malinconica, un giovane artista che inizialmente si sente fuori posto in questa avventura; Jack, il fratello più piccolo, con la sua dolcezza, simboleggia l’innocenza. Flo, la protagonista, si erge come l’elemento catalizzatore, una bambina anticonformista e amante della natura, capace di osservare l’isola con occhi curiosi e di trovare soluzioni anche nei momenti più difficili.
In questa cornice di sopravvivenza emergono anche personaggi esterni alla famiglia, come Tomtom, un giovane nativo australiano, e Willy Morton, un marinaio misantropo dal cuore d’oro, che si uniscono ai Robinson nell’ultima fase della loro permanenza sull’isola. Tomtom, in particolare, rappresenta una sorta di segno di umanità in un contesto di isolamento assoluto, richiamando alla mente il personaggio di Venerdì nel romanzo di Defoe.
L’isola stessa è un personaggio silenzioso, un ambiente tanto ostile quanto affascinante, con una flora e fauna fedele a quella dell’area australiana e melanesiana. I pericoli non si limitano agli animali selvatici o alle difficoltà logistiche: il vulcano dormiente, le sorgenti d’acqua che si riscaldano improvvisamente ei terremoti che scuotono l’isola aggiungono un livello di suspense crescente, in un crescendo che culmina con la necessità di costruire un nuovo battello per lasciare l’isola.
La partenza e il ritorno alla civiltà
Dopo più di un anno di isolamento, la famiglia Robinson riesce finalmente a lasciare l’isola, grazie all’aiuto di Willy Morton, il burbero marinaio, e Tomtom. Il ritorno alla civiltà segna la fine di un’avventura che ha trasformato profondamente ogni membro della famiglia. Tuttavia, la partenza dall’isola non è priva di rammarico. C’è un momento di profonda riflessione, un interrogativo su quanto fosse realmente ostile quella vita in solitudine rispetto alle complessità della civiltà moderna.
Il finale della serie offre un colpo di scena che soddisfa i desideri dei protagonisti: Franz ritrova Emily, sopravvissuta al naufragio e ora studentessa infermiera. Tuttavia, il futuro si presenta incerto, poiché Emily parte per l’Inghilterra per completare la sua formazione, promettendo a Franz di ritrovarsi tre anni dopo. Questo epilogo, seppur lieto, lascia un velo di malinconia, simbolo della crescita personale e delle scelte che ogni personaggio ha dovuto affrontare.
Un classico senza tempo
Flo la piccola Robinson non è solo un anime d’avventura per ragazzi. È un’opera capace di parlare a un pubblico trasversale, con una doppia chiave di lettura: una più semplice e avventurosa per i bambini, e una più profonda e riflessiva per gli adulti. La serie esplora temi universali come la famiglia, la crescita personale, l’adattamento e la resilienza, senza mai rinunciare a momenti di genuina comicità e leggerezza.Questa capacità di coniugare toni diversi, dal drammatico al comico, dall’avventuroso al riflessivo, rende Flo la piccola Robinson un’opera immortale, un anime che ha saputo lasciare un segno indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di seguirne le vicende. Un’opera che, ancora oggi, riesce a evocare l’avventura e il desiderio di libertà, invitando lo spettatore a riflettere su cosa significa veramente vivere in armonia con la natura e con gli altri.
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