Borgo del Maglio di Ome, piccolo gioiello immerso tra le colline bresciane, ùalza il sipario su un evento che da quattro anni incanta e sorprende appassionati e curiosi: il Festival del Fumetto da Marciapiede – Cappotto e Kimono. Un’occasione unica, dove l’arte del fumetto esce dalle pagine per invadere la strada e, quest’anno, anche i tessuti, trasformando capi d’abbigliamento in opere d’arte itineranti. L’edizione 2024, che si svolgerà sabato 31 agosto e domenica 1 settembre 2024, porta con sé una ventata di novità e un profondo legame con la cultura orientale, celebrato attraverso un gemellaggio tra Ome e la sua omonima cittadina giapponese situata nei pressi di Tokyo. Questo incontro tra due mondi apparentemente distanti, ma legati da affinità sorprendenti, costituisce il filo conduttore di una manifestazione che continua a crescere, arricchendosi di nuove idee e suggestioni.
Un Festival in Evoluzione: Dalle Strade ai Tessuti
La storia del Festival del Fumetto da Marciapiede affonda le sue radici nell’essenza stessa dell’arte effimera, quella del gessetto che traccia segni fugaci sui marciapiedi, creando un ponte tra il passaggio casuale e l’incontro umano. Ma quest’anno, sotto la guida visionaria dell’art director Pietro Arrigoni, il festival compie un ulteriore passo avanti, trasformando il cappotto e il kimono in vere e proprie tele su cui artisti e sarti intrecciano racconti, poesie visive, e immagini di grande impatto.
Arrigoni, con la sua inesausta ricerca di nuove prospettive, ha voluto esplorare l’importanza della schiena come superficie narrativa:
“La schiena è una parte del corpo spesso trascurata, ma ricca di significati simbolici. È una tela naturale, capace di evocare ambiguità e mistero, un elemento della nostra silhouette che può esprimere sia vulnerabilità che forza”.
Questa riflessione sulla schiena diventa centrale nell’edizione di quest’anno, dove cappotti e kimono, indumenti che simboleggiano rispettivamente l’Occidente e l’Oriente, vengono reinterpretati come superfici artistiche su cui fumettisti, illustratori e stilisti daranno vita a creazioni uniche. L’intento non è solo quello di decorare, ma di utilizzare la moda e l’illustrazione per raccontare storie, per parlare attraverso l’arte di temi universali e personali. Le figure disegnate sulle schiene dei cappotti e dei kimono non sono semplici ornamenti, ma frammenti di narrazioni che svelano identità, emozioni e culture. Ogni capo diventa così un pezzo da collezione, un’opera che dialoga con chi la osserva e con chi la indossa.