Quando si parla di adattamenti live-action di serie animate, il rischio di far infuriare i fan storici è sempre dietro l’angolo. “Fate: The Winx Saga” è un perfetto esempio di come un’operazione del genere possa dividere il pubblico. Ispirata al celebre “Winx Club” di Iginio Straffi, questa serie Netflix ha abbandonato le atmosfere colorate e fiabesche dell’originale per abbracciare un tono dark, realistico e drammatico. Una scelta che ha conquistato alcuni spettatori, ma ha lasciato altri con l’amaro in bocca.
Un’Oltremondo più dark che mai
La serie, creata da Brian Young (già noto per “The Vampire Diaries”), ci trasporta nell’Oltremondo, un reame magico dove le giovani fate si allenano ad Alfea, una scuola di magia. La protagonista è Bloom, una ragazza cresciuta nel mondo umano che scopre di possedere un potere fuori dal comune: la magia del fuoco, tanto rara quanto pericolosa. Nel tentativo di imparare a controllarla, stringe amicizia con le sue coinquiline Stella, Musa, Terra e Aisha, mentre affronta una minaccia oscura: i Bruciati, inquietanti creature che mettono in pericolo il regno fatato.
La seconda stagione, rilasciata il 16 settembre 2022, introduce nuovi misteri e pericoli. Con una nuova direttrice a capo di Alfea, gli studenti iniziano a scomparire in circostanze misteriose. Tra nuovi ingressi (come Flora, cugina di Terra) e vecchie conoscenze, le Winx devono fronteggiare le Streghe del Sangue, una minaccia ben più letale dei Bruciati. E, ovviamente, Bloom continua il suo viaggio alla ricerca della verità sulle proprie origini, scoprendo verità scomode e segreti sepolti.
Un adattamento controverso
Uno degli aspetti più divisivi di “Fate: The Winx Saga” è il netto distacco dalla serie originale. Niente ali, niente trasformazioni scintillanti e niente mondi fatati dalle tonalità pastello. Qui Alfea sembra un collegio britannico immerso nella nebbia, e la magia viene trattata con un approccio quasi “scientifico”. Bloom e le sue compagne si trovano a gestire non solo incantesimi e nemici sovrannaturali, ma anche problemi molto più terreni: insicurezze, amori tormentati, aspettative e traumi del passato.
Le differenze non si fermano all’ambientazione. Tecna è stata completamente tagliata fuori, mentre Flora (uno dei personaggi più amati della serie animata) compare solo nella seconda stagione, dopo che nella prima era stata sostituita dalla cugina Terra. Musa, da fata della musica, diventa un’empatica in grado di percepire e influenzare le emozioni altrui. Anche il casting ha sollevato polemiche, con accuse di whitewashing per Flora e Musa.
Un teen drama fantasy
Più che un classico fantasy, “Fate: The Winx Saga” si inserisce nel filone dei teen drama con elementi soprannaturali, seguendo le orme di serie come “Le terrificanti avventure di Sabrina” o “A Discovery of Witches”. La magia non è l’elemento centrale della storia, bensì il viaggio di crescita delle protagoniste, tra amicizie, rivalità e segreti oscuri.
Ciò non significa che la serie sia priva di meriti. La fotografia è suggestiva, le atmosfere sono cupe e intriganti e, sebbene la recitazione non sia sempre memorabile, il cast riesce comunque a coinvolgere. Inoltre, la serie si sforza di smontare alcuni stereotipi: Stella, inizialmente vista come una snob viziata, si rivela un personaggio tormentato con un passato doloroso, mentre Terra affronta l’insicurezza legata al suo aspetto fisico. L’inclusione di personaggi LGBTQ+ e l’attenzione alla diversità sono apprezzabili, anche se gestite con alti e bassi.
Un finale mancato e il futuro del franchise
Dopo due stagioni, Netflix ha cancellato la serie, lasciando numerose trame in sospeso e deludendo chi sperava in una conclusione più soddisfacente. Tuttavia, il franchise delle Winx non è morto: Iginio Straffi ha annunciato nuovi progetti, tra cui un reboot animato e un possibile nuovo live-action più fedele allo spirito dell’originale. Resta da vedere se questa saga avrà una seconda chance o se rimarrà solo un esperimento ambizioso ma imperfetto.
In conclusione
Se cercate un fedele adattamento del “Winx Club” che avete amato da bambini, “Fate: The Winx Saga” probabilmente non fa per voi. Se invece siete aperti a una reinterpretazione più dark e realistica, potreste trovarla interessante, a patto di accettarla per quello che è: un drama fantasy per giovani adulti, con tutti i pregi e i difetti del caso.
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