I libri fantasy sono ormai una realtà di librerie, biblioteche e simili, ma non ci sono tanti libri fantasy e tanti libri in generale a parlare di libri mentre raccontano la loro storia. Per questo motivo, risulta essere molto interessante e insolito il fantasy autoconclusivo Sorcery of Thorns, uscito per Oscar Fantastica.
La protagonista di questa storia, paragonata ad Harry Potter e alle sue scorrerie nella Biblioteca di Hogwarts, ma in realtà abbastanza diversa, è Elizabeth Scrivener, cresciuta in un mondo, Austermeer, dove esistono grandi biblioteche. Biblioteche che in realtà sono enti che devono proteggere tutti dalle minacce della magia, e che contengono grimori magici, libri di incantesimi che possono trasformarsi in mostri inquietanti e commettere crimini.
Elizabeth non ha mai saputo chi sono i suoi genitori ed è sempre vissuta nella Biblioteca: il suo sogno è diventare una guardiana per proteggere il regno dalle minacce magiche, con cui si trova a dover avere a che fare. Un giorno, per impedire un atto di sabotaggio, Elizabeth libera il grimorio più pericoloso della biblioteca e si trova sospettata di aver ucciso la Guardiana che l’ha cresciuta. L’unico che sembra stare dalla sua parte è uno stregone, da lei sempre visto male, Nathaniel Thorn, che deve il suo potere al demone Silas, ma presto la ragazza capirà che nemici e pericoli sono altrove, protagonisti di una congiura che vuole distruggere il mondo intero partendo dalle Biblioteche. Nathaniel e Silas si dimostreranno alleati preziosi, mentre Elizabeth scoprirà cose nuove su se stesse, un potere che non sapeva di avere e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare, legato alla sua vita in mezzo ai libri e anche a molto di più.
Sorcery of Thorns è un libro che parla di prescelti e destini, di libri e di magia, per chi ama il fantasy ma anche per chi sa comunque che i libri, ogni libro, da questo a classici come Il nome della rosa di Umberto Eco o la serie del Cimitero dei Libri dimenticati di Zafon, ad altri ancora, ha dentro di sé una magia senza fine. Il personaggio di Elizabeth, pur riprendendo l’archetipo della prescelta, è originale, ma anche Nathaniel e Silas, uno stregone e un demone, non sono da meno, con sviluppi imprevedibili e una visione non stereotipata del bene e del male.
Il libro è illustrato da Charlie Bowater, capace di evocare il mondo delle pagine, ed è autoconclusivo, anche se non sarebbe male un seguito, dato che il finale chiude un ciclo ma volendo è aperto.